Cronache

Dodici mesi di creatività

Vignette, massime giuridiche, poesie e illuminati pensieri raccolti dai professionisti del diritto per vivere un anno fuori dai codici

Dodici mesi di creatività

Per essere un calendario, è un calendario. Con tanto di donnine in déshabillé. La notizia sta nel fatto che è anche un calendario firmato da gente seria, Adriano Sansa, per citare una delle firme più famose. Ma poi anche Guido Zavanone, anch’egli stimato magistrato genovese, o gli avvocati Ugo Lagazzi, Luigi Maria Sanguineti, Luigi Maria Piagnone, Luigi Maria Taccagno, Luigi Maria Libertino. Tutti, anche quelli che non hanno il nome uguale, hanno in comune l’adesione all’associazione «Giuristi Creativi» (alla quale non è necessario chiamarsi Luigi Maria per iscriversi) e la voglia matta di non imprigionare la loro musa tra codici, manuali di giurisprudenza e aggiornamenti sulle leggi del diritto amministrativo.
La loro opera è appunto il calendario 2006 del giurista creativo, che alterna, mese per mese, simpatiche vignette nelle quali si può indulgere su un seno scoperto o su battute da osteria del tribunale a raffinate poesie uscite dalla penna ispirata di fior di professionisti del diritto, ma anche su pensieri in prosa dei maggiori pensatori. E poi, per ogni pagina, un ripassino di latino forense e di principi giuridici, con una sorta di massima del mese, illustrata proprio con la vignetta.
Un calendario che, nonostante gli autori, rompe decisamente con i codici. A iniziare dalla fattura. Carta semplice, tutta fotocopiata a mano, copie distribuite tra gli amici, e un sogno nel cassetto: diventare grande. «La nostra intenzione - spiega l’avvocato Luigi Maria Sanguineti, segretario dell’associazione - sarebbe ora di fare una “Festa del professionista creativo”, una festa cioè che dovrebbe svoglersi periodicamente. Che dovrebbe, almeno all’inizio, avere ambito unicamente genovese. In cui si esporrebbero le opere (raccolte di poesia, quadri, foto...) delle varie categorie professionali (geometri, avvocati, medici...), si leggerebbero le loro poesie, si darebbe spazio alla performance di qualche professionista estroso, si darebbero premi». Insomma, progetti importanti, che però partono da un calendario concreto, stampato nel suo numero zero proprio con l’intenzione di dare il segnale che si vuole partire.

Sotto la toga, la creatività.

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