Un dolce di troppo in mensa? Costa 800 euro

La fetta di torta più cara del mondo: ottocento euro. È questo il conto finale che un poliziotto della Volante si è trovato a dover pagare per avere cercato di mangiare presso la mensa della caserma «Garibaldi» di piazza Sant’Ambrogio una porzione di dolce non prevista dal contratto. Colpito da provvedimento disciplinare a causa della sua rivendicazione, l’agente ha infatti presentato ricorso al Tar. E l’altro ieri i giudici amministrativi gli hanno dato torto. Provvedimento confermato, quindi, e condanna a risarcire alla polizia le spese per la causa: ottocento euro, più Iva. Una botta da rendere indigesta qualunque torta.
Tutto comincia il 16 dicembre di tre anni fa, quando l’assistente A.S. si presenta alla mensa della sua caserma per consumare il pasto. Su quel che accade dopo, ecco cosa racconta la sentenza: «Riponeva nel proprio vassoio una porzione di frutta ed una di dessert. Il responsabile dell’impresa che gestisce l’appalto mensa gli faceva notare che, in base al vigente contratto, non era possibile consumare entrambe le porzioni di cibo e che quindi l’interessato avrebbe dovuto scegliere l’una o l’altra. A.S., incurante di tale rilievo, non restituiva alcunché e lasciava al responsabile dell’impresa una moneta da due euro quale arbitrario corrispettivo di quanto indebitamente prelevato. Il responsabile dell’impresa avvisava allora l’Agente Scelto Maria Pasquariello, addetta all’Ufficio mensa, la quale si recava dall’A.S. per restituirgli la moneta da due euro e per illustrargli le regole contenute nel vigente contratto d’appalto mensa. Anche questo tentativo di chiarimento non sortiva alcun effetto ed anzi, nel corso di esso, il ricorrente teneva un atteggiamento irriguardoso».
Certo, si potrebbe obiettare che dopo sei ore passate a logorarsi i nervi nel traffico e nei pericoli della metropoli, il poliziotto A.S. quella fetta di torta avrebbe potuto mangiarsela senza che il bilancio del Viminale andasse in malora. Ma il gesto, non elegantissimo, di lanciare due euro sul bancone della mensa lo ha fatto, per i giudici, passare dalla parte del torto.

E ancora più indifendibile pare che l’assistente si sia reso a causa del contegno «irriguardoso» tenuto verso i colleghi che lo invitavano a riprendersi la monetina (e, verosimilmente, a restituire la torta: a meno che nel frattempo non se la fosse mangiata, ma questo la sentenza non lo dice). Così per il Tar la deplorazione inflitta ad A.S. dal questore Vincenzo Indolfi viene ritenuta legittima, e il poliziotto deve pagare le spese di causa. Chissà se era buona, almeno, la torta.

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