Nei primi sei mesi di questanno il dollaro americano ha perso il 5,85% sulleuro, lo yen giapponese il 3,1% e il franco svizzero l1,4%. Al contrario, la moneta unica europea ha perso terreno sulla sterlina inglese che infatti si è rivalutata del 4,6% da inizio anno. Che cosa aspettarsi per i prossimi 6-12 mesi? Secondo Banque Syz, nonostante sia diminuito il deficit della bilancia delle partite correnti Usa, il dollaro resta strutturalmente debole: il deficit pubblico degli Stati Uniti è letteralmente esploso (oltre il 12% del pil nellanno in corso, il 10% nel 2010 e un debito pubblico che sfiorerà il 100% del Pil entro la fine del 2010). Con lattenuarsi della crisi, il dollaro non beneficia più della funzione di «moneta rifugio». Inoltre, il principale rischio per leuro, che proviene dallEst Europa, si è attenuato. Per concludere, secondo gli esperti di Banque Syz, nel breve-medio termine esiste un rischio di ribasso del cambio dollaro/euro, mentre solo a più lungo termine è ipotizzabile un rafforzamento del biglietto verde. Il cambio franco svizzero/euro oscillerà in una forbice intorno a quota 1,50 mentre continuano a non esserci buoni motivi per essere ottimisti sullo yen.
Giovanni Zaccaria di Deutsche Bank stima che il biglietto verde si indebolirà fino a quota 1,50 nei confronti delleuro. Le valute scandinave (corona svedese e corona norvegese), invece, dovrebbero riuscire a guadagnare terreno nei confronti delleuro. Stesso discorso per il dollaro australiano e neozelandese, entrambi stimati in recupero sulla divisa unica europea. Lesperto valutario della banca tedesca è convinto che le valute della Norvegia e della Svezia abbiano buoni margini di recupero dopo le forti vendite subite in seguito alla crisi del credito nellEst Europa (dove numerosi istituti di credito norvegesi e svedesi sono fortemente esposti). Zaccaria ritiene, invece, che le valute di Australia, Nuova Zelanda, Malesia e Taiwan potranno dare soddisfazioni.
Gli specialisti delle monete di Julius Baer asset management suggeriscono per i prossimi mesi di puntare sul dollaro australiano e sulla corona norvegese (in gergo tecnico «sovrappesare») mentre occorre cautela («sottopesare») verso il dollaro americano, il rand sudafricano e il rublo russo. Ma come operare al meglio sulle valute? Gli strumenti più efficienti restano gli Etf (i fondi passivi scambiabili in Borsa come le azioni), i certificati dinvestimento valutario e i fondi comuni specializzati.
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