Domenica da Gran Premio Sfida di purosangue e cappelli

All'ippodromo «Oaks d'Italia», la corsa più ricca dell'anno Un premio alla donna più elegante. Attese 10mila persone

Elena Gaiardoni

Oaks d'Italia. Appare quasi come un sottotitolo al «Gran Premio di Milano», il nome della corsa più attesa della prossima domenica, 29 maggio, all'ippodromo di San Siro. Una gara tutta femminile, perché fin dalla sua prima edizione, nel 1776, anno in cui gli ippodromi non erano ancora stati inventati, vi partecipano soltanto cavalle purosangue di tre anni. Così volle quasi trecento anni fa Edward Smith-Stanley, dodicesimo conte di Derby, che donò la nuova tenzone alla giovane consorte lady Elizabeth Hamilton.

«Una cavalla può disputare l'Oaks solo una volta nella vita - spiega Stefano Marzullo, amministratore delegato della società Trenno che gestisce l'ippodromo -. E' un appuntamento che ha un forte potenziale emotivo. Vincere questa corsa per un allevatore significa proiettare la femmina nella stirpe riproduttiva dei purosangue». Del milione di montepremi che conta tutto «Il Gran Premio Milano», l'Oaks ha il valore più alto con 400 mila euro. Il conte di Derby non avrebbe mai immaginato che la sua idea-regalo, seppur innovativa nel panorama delle mete cavallerizze, aprisse una tradizione di primaria importanza nel mondo dell'ippica, tanto che anche nel ventunesimo secolo l'Oaks crea attesa tra i secolari alberi dell'ippodromo. «Tempo permettendo, abbiamo calcolato che potremmo avere diecimila persone domenica, una bella chiusura anche per la notte della Champions, visto che siamo stati noi ad aprire la Champions stessa ospitando qui il trofeo, che tanti tifosi di calcio hanno potuto ammirare».

Il «Gran Premio di Milano», che sarà consegnato al vincitore dal sindaco uscente Giuliano Pisapia, giunge quest'anno all'edizione 127, che si corre sempre sui 2 mila e 400 metri, una distanza ardua per i purosangue che vogliono laurearsi campioni. La cornice della gara sarà l'addobbo di gala di una manifestazione che attira per i suoi riti: il premio alla signora più elegante, i percorsi botanici nell'orto, meta di amatori del green, l'esposizione di auto e di moto d'epoca, a ricordare come il mondo del cavallo faccia galoppare un passato di crinute nostalgie. «Ad ogni edizione abbiamo una prevalenza di nazioni. Quest'anno in gara ci sono molti tedeschi, inglesi, cechi. Gli inni nazionali dei vincitori saranno suonati dalla fanfara del terzo reggimento dei carabinieri della Lombardia». Due picchetti d'onore. Uno del reggimento d'artiglieria della Voloire della caserma Santa Barbara di Milano, l'altro della polizia di Stato.

Un terzo appuntamento arricchisce il calendario festivo. Il premio Carlo Vittadini, che mette a confronto cavalli di tre anni su una distanza di mille e seicento metri.

Dedicato a uno dei più importanti proprietari di purosangue, il Vittadini si corre dal 2008. Ha sostituito un precedente premio, l'Emilio Turati, la cui prima edizione si è svolta nel 1917. E i bambini? I giochi per loro sono già pronti nell'area che attende campioni in erba.

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