«Stai nella pancia, stai nella pancia. Così prendi il ritmo». E va bene, ci sto nella pancia. Ma lasciatemi il tempo di arrivarci, a questa benedetta pancia. Nel gruppo dei «Podisti di Marte», ci sono poche regole e molto chiare: primo si corre, secondo si corre, terzo si corre. Non hai molta scelta se ti ritrovi lì in mezzo, lunica cosa che puoi fare è darti una mossa e risparmiare quel poco di fiato che ti rimane per i momenti più duri.
Domenica mattina, ore 9. Il primo gruppetto di «marziani» è già sbarcato davanti alla fontana del Castello Sforzesco. È qui che questi runners milanesi si danno appuntamento la seconda domenica del mese. Dieci chilometri per sgranchirsi le gambe nel cuore di una città che ancora dorme, su un percorso che cambia ogni volta. Così come la ragione - se mai ce ne fosse una più forte della passione - per la quale si corre. Ieri è toccata alla Sma, latrofia muscolare spinale. Dunque, ore 9. Si comincia con la distribuzione dei palloncini e dei fiori da regalare alla gente durante il tragitto per farli partecipare al senso delliniziativa, e se qualcuno vuole anche seguirci, è il benvenuto. Poi si parte. O meglio, loro partono. Perché non è mica vero che se uno va a farsi la corsetta ai giardini, allora è allenato. Quando sei lì, capisci che «viaggiare» come dicono in gergo, è tuttaltra cosa.
Saremo una cinquantina, forse di più: in testa al gruppo ci sono quelli che danno il ritmo e scelgono il percorso. E non pensate che sia così lineare. Questi podisti non conoscono barriere e così si passa dentro la metropolitana, ci si infila a Palazzo Reale, e persino nella foto ricordo di un gruppo di filippini che festeggia il matrimonio in piazza del Duomo. La gente ci guarda con tanto docchi, alcuni penseranno che siamo proprio degli svitati, altri invece ricambiano con un sorriso, applaudono e ci incitano a continuare. Fino al traguardo che dopo cinquanta minuti di sforzo inizi a chiederti se mai arriverà. Mentre gli altri intorno a te hanno le energie per aggiornarsi su tabelle alimentari, maratone, mezze, piene, lunghe. Record personali e da battere.
E però, quando i tuoi compagni di corsa ti caricano per lultimo scatto prima della fine, senti che quella domenica non te la dimenticherai più e che forse è stata solo la prima di tante altre. Parola di marziana.
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