Michela Giachetta
Anche Don Pierino Gelmini si schiera con il candidato a sindaco, Gianni Alemanno. E va contro i pacs. «Noi respingiamo i pacs e il Papa ha il diritto di parlare - dichiara Don Gelmini -. Chi esprime giudizi, anche se adesso siede sulle poltrone più alte delle istituzioni, non ha nulla da insegnare alla tradizione cattolico-cristiana che dura da secoli. Gli ideali e i valori sociali sono gli elementi che mi legano ad Alleanza Nazionale». Loccasione in cui questa presa di posizione è stata resa esplicita è lincontro di ieri pomeriggio dedicato alla «Giornata della vita e della solidarietà» nel XII municipio a cui hanno partecipato anche il presidente di An, Gianfranco Fini, il deputato dellUdc, Luciano Ciocchetti, Maurizio Gasparri, deputato di An e la vicepresidente della Camera, Giorgia Meloni (An). Unoccasione per ribadire, come fa Alemanno, «che non si può fare solidarietà sociale se dietro di questa non cè una spinta di valori». «Comprendo e rispetto tutti i comportamenti - continua il candidato sindaco della Cdl - ma faccio fatica a credere a chi non ha dietro di sé questa spinta, qualcosa che ci lega profondamente al nostro prossimo». Parla di «una città che ha una doppia verità, un centro bellissimo e una periferia dove la bellezza non solo non cè, ma quello che si trova è una miseria infinita». Inevitabile il confronto con il sindaco e con la «sua» Roma comunitaria: «Ho studiato, ho letto i suoi libri - spiega Alemanno -. Dietro di lui cè unidea che non posso accettare, non posso accettare il fatto che il termine comunitario emerga mettendo insieme tutte le identità reali e agenti in questa città». La concezione del candidato sindaco della Cdl è diversa e la sottolinea: «Io credo, invece, che questa città abbia unanima prevalente, quella cattolica romana, che è aperta, accoglie anche le altre, ma è centrale». Lapplauso dal pubblico presente parte spontaneo, così come un «diglielo» lanciato da un signore nelle ultime file. Alemanno forse non sente, ma a chi di dovere glielo dice lo stesso: «A Roma cè smarrimento, in tanti quartieri si fa fatica a dare indicazioni ai giovani, a sostenere le famiglie, a sentirsi davvero comunità. È il risultato di 30 anni di governo di centrosinistra». Si dichiara «stanco della strumentalizzazione del no-profit, che viene subordinato alla burocrazia» e propone il «ribaltamento» di questa gerarchia. Una delle sue idee, per provare a risolvere questa situazione è quella di introdurre a Roma il «buono famiglia» per quei nuclei che hanno bisogno di assistenza in tutti i campi, dallhandicap al disagio. «Solo così - dice - le famiglie potranno avere dei servizi assistenziali, scegliendo da sole il modo migliore per spendere i buoni». Allincontro era presente anche il vicepresidente della Camera Giorgia Meloni, che ha sottolineato il fatto che «mentre altre forze politiche sui valori fanno solo demagogia, noi li mettiamo in pratica. È questa la differenza». Il riferimento è alla legge sulla droga approvata nella passata legislatura: «Potevamo mettere in pratica la stessa demagogia di altri, non facendo quella legge, ma così non è stato».
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