«Siamo venditori di emozioni» diceva tempo fa Massimo Berloni, presidente e amministratore delegato del Gruppo Arcadia che opera in partnership con il fondo di private equity L Capital di LVMH. Emozioni che Manuela Mariotti, direttore creativo di tutte le linee Dondup, non mancherà di elargire anche il 22 settembre, quando nella showroom milanese presenterà la collezione primavera-estate 2012. «Ho pensato a una donna dalla personalità sfaccettata capace di armonizzare tanti stili», ci anticipa ponendo l'accento su una bellezza fatta di contrasti, di grinta e buon gusto, di eleganza contemporanea e piacere sartoriale.
Pantaloni stretti, giacche e abiti di forte impatto, zip e bracciali armatura, tanto bianco e nero con tocchi argento dipingono l'immagine di una «guerriera» urbana. Bustini neri e tacchi vertiginosi, pantaloni asciutti con bande, bluse e camicie di seta con richiami sportivi ricordano il baseball in chiave sexy. Giacche doppiopetto dal fit perfetto e righe bianche rosse e blu connotano il nuovo glam marinière. Il coloniale in chiave moderna fa pensare al fascino di Lee Miller, celebre reporter e modella che avrebbe amato le giacche in lino sabbia strette in vita da una fascia elastica colorata, le sahariane gilet con dettagli in cuoio, le borse multi-tasche, i sandali platform.
Intanto è in dirittura d'arrivo il primo spazio Dondup in via Sirtori a Milano: una sorta di laboratorio dove si respira l'essenza della filosofia della maison marchigiana. Fra cemento grezzo e legno naturale, ferro battuto e luci che cambiano, i lavori di ristrutturazione, sotto la direzione di Manuela Mariotti, mirano a trasferire agli ospiti la sensazione di sentirsi a casa anche quando si trovano nei 400 metri quadri di una ex autofficina. Accanto alla moda, con le proposte Dondup e di altri designer, ci saranno zone dedicate alla lettura, alla musica e al food. Al piano superiore, in un piccolo ristorante, sarà possibile gustare, per esempio, spaghetti al pomodoro, un basic che esige ingredienti di altissima qualità. Non a caso, vino e olio saranno di produzione aziendale.
Normale perciò pensare che i 66 milioni di euro di fatturato a bilancio nel 2011 diventino l'anno prossimo 71 e che la presenza sui mercati esteri prosegua nel solco della costante crescita. E pensare che la storia del brand - prende il nome dal lama tibetano Mingyar Dondup - è partita nel 2000 da quel magico jeans con le tasche basse che sapientemente glorificava il lato B.
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