La donna ha più voglia di maternità

Nel mondo almeno 150 milioni di coppie in età fertile non riescono ad avere figli. In Italia una coppia su sei, pari a circa 60mila coppie per anno vive questo problema. Le patologie sono equamente distribuite tra i due sessi, mentre il 17% non li ottiene per cause ignote probabilmente legate a fattori predisponenti quali stile di vita, stress, abitudini voluttuarie, età del tentato concepimento. Si pensa sempre più allo studio, al lavoro, alla carriera, alla casa, al benessere e si rinvia di anno in anno la gravidanza, dimenticando che il corpo subisce un fisiologico processo di invecchiamento e che la donna, con il passare degli anni, va incontro a crescenti impedimenti: il picco massimo della fertilità è tra i 20 e i 24 anni, già a 30 anni si possono manifestare alcuni problemi, a 35 inizia un veloce declino che porta ad avere figli con difficoltà dopo i 40 anni. Lunedì 12 e martedì 13 gennaio ginecologi, andrologi e biologi si riuniranno a Roma a Palazzo Marini con esponenti politici, opinionisti e uomini di cultura in un incontro-dibattito politico scientifico che intende affrontare i grandi temi della fecondazione.
Con il termine di infertilità di coppia si intende il mancato instaurarsi di una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti non protetti e possibilmente mirati. Nella popolazione italiana è stata valutata pari a circa il 16 per cento delle coppie di età compresa tra 25 e 44 anni. Vuol dire che soffre di infertilità più di una coppia su dieci. Almeno il 40 per cento di queste ogni anno si rivolge a centri specialistici per cercare di superare il problema con le moderne tecniche di procreazione medico assistita: dall'inseminazione intrauterina, alle più complesse, come la fecondazione in vitro, ovvero lo sviluppo di embrioni ottenuti mettendo a contatto (Fivet) o microiniettando (Icsi) gli spermatozoi con gli ovociti. I bambini concepiti in provetta grazie alle tecniche di procreazione assistita sono oggi, secondo l’Oms oltre tre milioni, 200mila nascite all’anno.
Dal 2004 la migrazione all'estero delle coppie italiane per tentare di avere un figlio è in costante crescita. L’entrata in vigore della legge 40 ha accelerato questo fenomeno specie nei casi quali la grave infertilità maschile o l'età della donna, dove i limiti della legge italiana sembrano aver ridotto le possibilità di riuscita del trattamento.
È aumentato il turismo procreativo verso la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Serbia, si stanno sviluppando infatti i viaggi nelle cliniche low cost, dimenticando quanto costa portare un figlio alla maturità: si stima che siano oltre 5mila le coppie italiane in trasferta. Il dato preoccupante riguarda alcuni Paesi dell’Est Europa, scelti da molte coppie per risparmiare, ma Paesi privi di una legislazione che obblighi ad uno screening genetico e infettivologico dei donatori. Il rischio è di avere un bambino malato. Elevate garanzie sono offerte da Istituti europei e svizzeri. Nel Canton Ticino, a Lugano e Bellinzona, è attivo «ProCrea» (www.procrea.ch), il più grande centro svizzero di fertilità, composto da una équipe di medici, biologi e genetisti specializzati in medicina della riproduzione. Offre una propria banca del seme, per quei casi in cui c'è da fare i conti con problemi di sterilità maschile irreversibile, e, per la coppia, l'applicazione delle più sicure tecniche diagnostiche e terapeutiche. «Ci distinguiamo - afferma il dottor Cesare Taccani - per gli studi e le ricerche mirate nel campo della genetica molecolare con analisi, quali la tipizzazione del genotipo per la risposta ovarica, che consente, ad esempio, di personalizzare le terapie evitando il rischio di iperstimolazione o di iporisposta ai farmaci oppure del genotipo per le mutazioni dei fattori della coagulazione e del sistema metabolico. Così, possiamo prevenire il rischio tromboembolico o abortivo delle nostre pazienti. Dedichiamo grande attenzione anche ai nuovi fattori che regolano il sistema immunitario con terapie mirate per ridurre il rischio di poliabortività delle pazienti. Nell'uomo - aggiunge Taccani - grande interesse è legato ad esami ultraspecialistici quali il test di frammentazione del Dna spermatico responsabile del mancato concepimento o di maggior rischio abortivo».
Una volta completati gli esami diagnostici è possibile eseguire i trattamenti nel Canton Ticino senza lista d'attesa. «Moltissime coppie - precisa il dottor Taccani - vengono dall'Italia, anche per la possibilità di congelare i pre- embrioni in sovrannumero. Un vantaggio non da poco, visto che ciò consente di aumentare il successo per ciclo di stimolazione e prelievo ovocitario: la nostra percentuale media di gravidanza per transfer è risultata infatti nel 2008 del 32% sui primi embrioni e del 30% - quindi solo di poco inferiore - per quelli decongelati».

Il sogno di un bambino fa dunque ancora una volta superare le più profonde difficoltà e spinge la coppia a tentare e ritentare tutte le possibili soluzioni. Il desiderio di maternità scuote la donna fin nel profondo dell'anima.

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