Milano «Viviamo in un momento molto pesante, abbiamo tutti bisogno di leggerezza, specialmente noi donne» dice Angela Missoni poco prima di presentare la sua poetica collezione per lestate 2010 nel chiostro settecentesco della Statale di Milano. La stilista vuole sfilare in day light, ovvero con la luce naturale che sinfila nelle delicate reti di maglia, traspare dai tessuti sottili come garze e infine si diffonde in un sapiente gioco dei rimandi tra i colori dei capi e il calore della pelle di chi li indossa. Leffetto è a dir poco sensazionale perché le modelle sembrano vestite di aria e pulviscolo atmosferico illuminato dal sole mentre invece sono coperte dalla testa ai piedi con diverse stratificazioni di pura leggerezza.
In buona sostanza per affrontare la canicola estiva Missoni propone di vestire a strati: sotto a tutto la canottiera trasparente, appena un velo, poi le fasce strategicamente drappeggiate sul seno, quindi una lunga tunica in rete di ciniglia con strass e infine un lungo cardigan che svolazza libero alle spalle di questa moderna creatura che non mostra mai le gambe pur indossando evanescenti gonne-pareo. Tutto questo fuso con i colori tenui crea unimmagine di donna del tutto nuova: forte della sua stessa fragilità. Ecco perché ci è sembrata particolarmente intelligente lidea di proporre tra gli accessori il fischietto dargento antimolestie.
Del resto Angela Missoni è una donna concreta e intelligente che non confonde la creatività con qualcosa di lontano dal mondo e che si dice stufa della continua confusione tra lusso, brand e moda. La pensa così anche Silvia Venturini Fendi, ma lei non lo può dire visto che la griffe creata dalla sua famiglia fa parte oggi del potente gruppo Lvmh (Louis Vuitton Moet Hennessy) in cui confluiscono moltissimi marchi-simbolo del lusso inteso come necessità moderna. Silvia dirige lufficio stile interno della maison e cura in particolare gli accessori, ovvero scarpe, bijoux e soprattutto quelle borse straordinari tipo la Peekaboo che portano la maggior parte del fatturato al marchio. Il resto è affidato alle capaci mani di Karl Lagerfeld, ma lunico modo per capire questa bella collezione era andare al backstage della sfilata e farsi spiegare che labito lungo color cipria era fatto di tessuto sfrangiato prima e riapplicato poi, mentre quello in tulle da calza era reso portabile anche senza sottoveste o lingerie tipo corazza perché nei punti strategici un ricamo nudo su nudo scongiurava il rischio delloltraggio al pudore. In ogni caso gli oggetti più interessanti della collezione erano le borse. Più solida dal punto di vista moda ma sempre improntata alla leggerezza e piena di fantastici accessori, la collezione di Marni aveva qualcosa di piratesco semplicemente perché tutte le modelle avevano una sorta di bandana in testa e molte di loro sfoggiavano dei leggins a righe sotto alle deliziose tuniche a sacchetto. «In realtà non è una bandana, ma un semplice pezzo di stoffa intrecciato nei capelli: una cosa che ci sembrava carina e nello stesso tempo permetteva di far vedere i nostri nuovi orecchini» ha detto la stilista Consuelo Castiglioni dando gli ultimi tocchi ai suoi deliziosi modelli leggeri come lei, quindi con molta consistenza mentale.
Dello stesso segno il lavoro di Veronica Etro sugli straordinari tessuti stampati che da sempre simboleggiano lo stile del marchio. La vera sorpresa della giornata arriva comunque da Christopher Kane, ventisettenne stilista londinese scoperto da Donatella Versace e investito del ruolo di direttore creativo del marchio Versus su cui è in corso un capillare rilancio. Anche qui la leggerezza è di rigore ma viene ottenuta con inossidabile modernità e al tempo stesso rispetto del passato. Basterebbe la giacca con gli strategici tagli tenuti insieme dalle spille da balia colorate decorate da una testa di leone per far capire dove si può arrivare con la sartorialità.
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