Donne liguri in Costa Azzurra per la pillola abortiva

Donne liguri in Costa Azzurra per la pillola abortiva

Attacca Burlando e Montaldo, che ha lasciato i dati sugli aborti e sui medici obiettori fermi al 1999 a pochi giorni dalla presentazione della proposta Turco. Attacca i politici di destra e di sinistra perché non c'è un medico abortista in nessuna lista. Attacca il Pd che ha rifiutato la sua candidatura. Attacca i suoi colleghi ignoranti che fanno disinformazione su RU 486 e pillola del giorno dopo. Attacca l'Avvenire e la Chiesa per la campagna antiabortista. Attacca Giuliano Ferrara «che non conosce gli argomenti, è fermo all'aborto di 30 anni fa, strumentalizza la questione». Insomma, attacca tutti. O quasi. Salva soltanto i suoi colleghi che volontariamente accettano la legge 194. Salva gli altri paesi europei dove il diritto a scegliere delle donne è tutelato. Denuncia come in Italia ci siano ancora, a causa delle resistenze antiabortiste, circa 15mila aborti clandestini all'anno. E denuncia come le donne liguri vadano fino a Mentone per comprare in farmacia, senza ricetta, la RU 486.
Silvio Viale, ginecologo torinese, esperto abortista, ma che, precisa, fa anche nascere i bambini e svolge tutte le altre attività come qualsiasi collega, è sceso a Genova per protestare. Ha scelto di farlo davanti all'ospedale Gaslini, sugli scalini di fronte all'ingresso ieri mattina era insieme ai radicali Gabriele Giardina e Giulio Manfredi. La conferenza stampa è stata trasmessa da Radio Radicale.
«Non sono qui per giudicare i magistrati - spiega Viale - ma per testimoniare il mio cordoglio alla famiglia del collega che si è ucciso. Si è trattato di una tragica vicenda che ha colpito tutti e che deve fare riflettere. In Liguria c'è la più alta percentuale di aborti in rapporto al numero degli abitanti. Siamo intorno all'undici e due per mille. A Genova ogni giorno vengono fatti circa 15 aborti. Purtroppo le condizioni per le donne non sono ancora ottimali. Non c'è la riservatezza in corsia. Spesso vengono giudicate. Non hanno la possibilità di scegliere fra RU 486, il farmaco sperimentato in tutto il mondo e legale praticamente in tutta Europa, e l'intervento chirurgico.

Se contiamo poi che in Liguria la metà dei medici e anestesisti sono obiettori, ma forse la percentuale è superiore, si ha il quadro in cui le donne sono costrette a muoversi quando decidono, purtroppo, di abortire». In Italia ci sono ogni anno circa 760mila concepimenti. Oltre mezzo milione sono portati a termine, 130mila sono aborti spontanei, 70mila aborti secondo la legge, 10mila almeno quelli clandestini.

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