Donne pudiche e coperte: sarà la moda d’inverno

Colli alti, tessuti più consistenti e tagli sartoriali

Finite le sfilate di Milano, la moda trasloca a Parigi. Sabato pomeriggio sono andate in scena le ultime collezioni del calendario di Milano moda donna. In contemporanea si sono aperti e chiusi i saloni di Pitti negli spazi dell’ex Ansaldo. E (in attesa che, giovedì prossimo, si apra il Mipel) la città è tornata alla normalità.
Una settimana frenetica, e questo febbraio forse più del solito perché molte griffe sono uscite dal calendario ufficiale (diversi i motivi) per trovarsi uno spazio proprio. Risultato: un «tour de force» che ha costretto gli addetti ai lavori a «sdoppiarsi» per non mancare ai (tanti) appuntamenti che si sovrapponevano. Per non contare tutte le presentazioni negli showroom. Una settimana «infernale» in cui spesso, accanto ai vestiti, al centro dell’attenzione sono state le polemiche. Degli stilisti contro le istituzioni (che a detta di qualcuno fanno troppo poco), di alcuni stilisti contro i colleghi americani, degli americani contro la nostra organizzazione.
Ma la vera protagonista è stata la moda italiana del prossimo autunno-inverno, autentico fiore all’occhiello delle eccellenze del made in Italy (e dell’economia, dato che da sola costituisce il quattro per cento del pil nazionale). Più di cento le passerelle e circa 150 le presentazioni, 2200 i giornalisti accreditati da 40 Paesi, e diverse decine di buyers da tutto il mondo.
Un bilancio positivo, al di là delle polemiche, secondo la Camera nazionale della moda. Soprattutto per «l’altissima qualità delle collezioni, e dell’organizzazione, come hanno fatto notare alcuni fra i più importanti buyers americani con cui ho parlato», assicura il presidente Mario Boselli.
Ed ecco che allora le sfilate hanno indicato le mille mode per l’autunno inverno che verrà. La tendenza principale: le donne di domani saranno tutte più coperte e pudiche. Femminili e sensuali senza mostrare troppo. Anzi il contrario. I colli diventano alti, a gorgiera o ad anello, i tessuti più consistenti, i tagli sartoriali. Tornano gli anni ’70, insieme agli anni ’20, in omaggio a Paul Poiret che liberò le donne dai bustini. Mai come nel prossimo inverno vedremo e indosseremo pellicce. Sono dovunque. Sia nei dettagli di pelo, sia come capo spalla che torna ad assumere la forma del gilet, sia ancora in versione «maglia». E per le scarpe, il vero «must» saranno le punte tondo-quadrate e i plateaux. E poi tronchetti (stivaletti alla caviglia con il tacco da portare con le gonne), «Mary Jane» (bebè con tacchi altissimi), «Richelieu» (le stringate con tacco), e ballerine.
Centinaia infine le modelle viste in passerella.

La più giovane, Luna Beccaria, la figlia della stilista Luisa Beccaria, che ha stregato la platea uscendo un paio di volte con alcuni abiti incantevoli ispirati ai preraffaelliti con un tocco di Swinging London. La più «grassa», Christal, bellissima 21enne americana di taglia 48 che ha sfilato per Elena Mirò. La più desiderata, Cocò, la mora che si è vista solo sulla passerella di Gucci.

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