Doping, così Piepoli ha messo nei guai Riccò

da Prato Nevoso

Aspetta le controanalisi, Riccardo Riccò. Le aspetta lui e non soltanto lui.
Aspetta le controanalisi, Riccardo Riccò. Ma a metterlo ulteriormente nei pasticci, in maniera forse definitiva, potrebbe essere il suo caro compagno di merende, il «grande vecchio» del ciclismo italiano: Leonardo Piepoli.
Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, il corridore pugliese avrebbe confessato tutto al suo direttore sportivo. «Ho fatto la stessa cosa che ha fatto Riccardo... »: queste sarebbero le parole che lo scalatore pugliese, licenziato tre giorni fa dalla Saunier Duval, avrebbe pronunciato giovedì mattina nel pullman della squadra. Sempre secondo il quotidiano spagnolo, Piepoli, senza riuscire a trattenere le lacrime, si sarebbe rivolto così a Matxin Fernandez, tecnico della squadra. Ecco il perché del repentino licenziamento, sia di Riccò che di Piepoli, nonostante su quest’ultimo, al momento, non ci sia l’ufficialità di alcuna positività.
Ad agitare le acque del Tour che fa sosta in Italia, ci sono anche alcune accuse mosse agli organizzatori del Giro d’Italia che arrivano da Roma. I laboratori dell’Acqua Acetosa sarebbero da tempo pronti ad effettuare esami sofisticati e affidabili, proprio come quelli del laboratorio francese, ma il Giro avrebbe preferito lasciare i propri controlli nelle mani dell’Uci, il governo mondiale della bicicletta. Angelo Zomegnan, direttore del Giro d'Italia, non ci sta e replica: «Smentisco nel modo più assoluto di aver chiesto nuove analisi sui campioni prelevati ai protagonisti del Giro d'Italia e poi voglio rimarcare, in questo bailamme di voci che si inseguono, che i controlli al Giro erano gestiti dall'Uci. Se questi controlli non fossero stati all'altezza, sarebbe un'ulteriore buona ragione per chiedere ai dirigenti dell'Uci di fare le valigie. Il problema è loro, non nostro.

All’Acqua Acetosa sono pronti ad effettuare controlli sempre più affidabili? Ben vengano: ne prendo atto e non mancheremo di coinvolgerli in futuro, ma le spiegazioni non devo darle io, ma chi questo sport dice di voler governare: l’Uci».
Intanto, ieri, per non sbagliare, hanno controllato 14 corridori (generalmente ne esaminano sei). Esami effettuati dal Coni in collaborazione con l’agenzia nazionale antidoping francese.

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