Europei 2012

La doppietta, la festa, l'abbraccio alla mamma: l'Italia acclama Balotelli

L'Italia piega la Germania e si prepara alla finale contro la Spagna. Le due immagini della serata: il fisico scultoreo di Balotelli e l'abbraccio alla mamma Silvia

La doppietta, la festa, l'abbraccio alla mamma: l'Italia acclama Balotelli

Spaccone e mammone. Dolce e rabbioso. Un bambino con la fretta di crescere e un adulto ancorato all'adolescenza. Come la cresta giallo tinta che divide la sua testa. Mezzo bullo e mezzo tenerone. Mario Balotelli rappresenta il prototipo dell'italiano. Magari non per fisicità scultorea, ma per il carattere e la personalità bifida sì. Gli italiani adesso fanno affidamento su di lui per coronare il sogno che manca da 44 anni: vincere l'Europeo.

"La gioia più bella è stata abbracciare mamma Silvia, a bordo campo: c’era lei e ho fatto due gol, se domenica a Kiev viene anche papà, ne faccio quattro alla Spagna". Questa dichiarazione dice tutto. E' un compendio della personalità di Supermario. La superbia e la sana arroganza accompagnate al profondo legame familiare.

Dopo essere nato a Palermo il 12 Agosto 1990, dall’età di quasi 2 anni vive a Brescia nella sua nuova famiglia italiana. Mamma, papà Franco e i fratelli Corrado, Giovanni e Cristina di molti anni più grandi di lui, lo circondano di affetto e gli garantiscono quelle cure che la vera famiglia di Mario non ha potuto permettersi. E lui si lascia affondare in questo intimo mare di amore.

E' un dolce spaccone, Mario. Spaccone in campo quando si toglie la maglia e sfodera il suo fisico possente contraendo i muscoli con la faccia da cane rabbioso senza proferir parola. Dolce a bordo campo quando si avvicina agli spalti e abbraccia commosso per una decina di secondi la mamma Silvia.

"Mi hanno chiesto tutti di esultare, dico i compagni, e io l’ho fatto: al secondo gol non c’era niente da dire. Solo da guardare". Eccolo ancora nella sua spavalderia. Ammirate le mie prodezze, ammirate il mio fisico, ammirate chi sono io è il messaggio indiretto di Mario.

Ma sotto quella corazza da gladiatore si cela un animo fragile. A fine partiti tutti i compagni festeggiano, saltano, si abbracciano. E lui? Rimane fermo in piedi davanti alla panchina, la testa poggiata sul tetto, gli occhi socchiusi e un sospiro di sollievo. Poi l'abbraccio a mamma Silvia e i saluti agli amici e ai parenti in tribuna. "Tutto questo mi dà forza", spiega Balotelli. La forza al di là dei muscoli d'acciaio. "E' stata la mia partita più bella, per le emozioni". Le emozioni le prova anche Supermario.

E ieri sera ne ha regalate tantissime. Adesso manca solo l'ultimo capolavoro. Manca una nuova esultanza da macho e un nuovo abbraccio a mamma e a papà. Intanto Balotelli non cambia e rimane sempre se stesso. E a proposito dell'esultanza per il secondo gol ne fornisce la prova: "Qualcuno si è arrabbiato, avrà visto il mio fisico ed è diventato geloso...".

Spaccone e bambino: ecco il Super piccolo Mario.

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