Doppio colpo al ministro: Confindustria lo molla e la Finanza lo smentisce

RomaGiulio Tremonti si dimetterà «entro la fine di agosto», dice chi lo vuole spacciato. Certo è che le ultime ore hanno segnato una brusca complicazione per il ministro, il quale, dice chi ha avuto modo di incontrarlo, è a questo punto «stanco e demotivato», convinto che lo si voglia far passare per capro espiatorio di una crisi che è politica prima ancora che economica. L’Italia dei Valori ieri ne ha chiesto ufficialmente le dimissioni, ma il colpo forse più duro per il ministro è stata la linea del giornale di Confindustria, il Sole 24 oOe. La posizione del foglio economico ieri mattina, a firma del direttore Roberto Napoletano, ha il sapore dell’abbandono finale. Confindustria lascia Tremonti nel mare aperto, non lo difende e non lo giustifica.
La seconda bastonata per Tremonti è arrivata da Repubblica, che riporta la smentita della Guardia di Finanza a quel che il ministro aveva detto poche ore prima in merito all’utilizzo della casa dell’ex collaboratore Marco Milanese, l’abitazione di Campo Marzio dove si sarebbe trasferito ne 2009 perché si sentiva «spiato» dalla GdF. Le Fiamme Gialle chiariscono che Tremonti non abita in locali dei militari dal 2004. Repubblica scrive, citando fonti anonime, che la Finanza può documentare questa affermazione in quanto della presenza di Tremonti nella foresteria di via Sicilia a Roma fino a sette anni fa, si precisa, e non due, è stata tenuta traccia come è prassi «per qualunque personalità sottoposta a un massimo livello di vigilanza, come un ministro».
Gianfranco Miccichè, leader di Noi Sud e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è stato ieri durissimi con il ministro, scrivendo nel suo blog che «offende l’intelligenza degli italiani». Continuano quindi ad accavallarsi i nomi dei possibili successori: Lorenzo Bini Smaghi, Mario Monti. Al di là dei rumors che parlano appunto di dimissioni nelle prossime settimane, tutte da verificare, rimane la sorprendente bocciatura del Sole di ieri, unito a un atteggiamento piuttosto distante anche del Corriere della Sera: Tremonti è «l’uomo che ha garantito a lungo la tenuta dei conti pubblici italiani, ha fatto da argine ai mille partiti della spesa facile», scrive Napoletano, ma ora ha chiesto «una leggerezza (grave) nel chiedere ospitalità» all’ex consigliere milanese nella casa di Campo Marzio, e in seguito si «è rivelato non avveduto per almeno tre ragioni». La prima, essere rimasto in quella casa «anche dopo aver appreso dai magistrati la posizione di Milanese», indagato da mesi. La seconda: «procedere al pagamento di questa specie di subaffitto in contanti non appare la più naturale delle pratiche per chi ha anche la responsabilità delle finanze di un Paese». Infine «accreditare l’ipotesi di aver accettato questa sistemazione perché si sentiva spiato (da chi? E perché non lo ha denunciato?». Il direttore del giornale confindustriale chiede anche a Tremonti se si sia fatto «un esame di coscienza» e si sia chiesto se «si sente nelle condizioni di credibilità per prendere in mano l’iniziativa» e dare risposte sulla crescita del Paese.

E sul Corriere Sergio Romano ha mosso ulteriori critiche all’aspetto «etico e politico» della vicenda, perché, scrive tra l’altro, «un uomo politico non si giudica solo ai suoi programmi e dalle sue leggi. Si giudica anche dai suoi collaboratori».

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