
Le donne viste dalla moda sono varie ed eventuali. C'è la sophisticated lady di Tod's contrapposta alla sfrontata di Elisabetta Franchi, la creatura in oro dal mattino alla sera immaginata da Fausto Puglisi per Cavalli e l'ambientalista impegnata che per vestirsi riutilizza anche le tovaglie (Adrian Appiolaza per Moschino) e perfino i centrini della nonna (Marco Rambaldi). Non mancano le tipe normali e ben vestite che puoi incontrare tutti i giorni per strada in qualsiasi città italiana (Sportmax ed Eleventy) ma il comun denominatore tra tutte queste diverse identità femminili sta nell'assoluta perfezione dei prodotti made in Italy che indossano, una magia di cui dovremmo e potremmo andare molto più fieri. Da Tod's sono fierissimi dell'ottimo lavoro fatto da Matteo Tamburini su un'idea di moda che parte da quel momento sospeso tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, passa per i colori di Felice Casorati e arriva inevitabilmente al gommino che è il simbolo del brand ma anche sinonimo di un'eccelsa qualità. La partita si gioca tra trench in lino misto a strisce di pelle e una serie di strepitose giacche-camicia. Indimenticabile il vestito lungo di camoscio giallo Siena con grandi bretelle incrociate sulla schiena. Insomma una donna infinitamente chic con accessori spettacolari come la Di Bag Folio dal design strutturato e le ampie sacche con lavorazioni a intarsio. Elisabetta Franchi ha acquistato uno storico edificio di Milano, Palazzo Acerbi, detto anche La casa del diavolo perché nel '600 durante la peste descritta dal Manzoni ci si davano feste pazzesche senza che nessuno si ammalasse e nella prima guerra mondiale fu colpito da una bomba che rimase incastrata nel muro senza esplodere. Da qui l'idea di una donna che può sedersi senza paura a cena con il demonio e affrontare qualsiasi problema con la sua forza di volontà. I capi sono volutamente in tre soli colori: nero, cioccolato e quel pallido punto di rosa che sfuma nel beige. Ci sono frange dappertutto e forme molto fluide ma anche giacche ben strutturate e i classici pantaloni della Franchi che smagriscono almeno visivamente quanto le magiche punturine nella pancia.
Da Cavalli il direttore creativo Fausto Puglisi diventa come Goldfinger, il nemico di 007 ossessionato dall'oro. Le sue donne sono un incrocio dannatamente pericoloso tra una moderna Cleopatra e Adele Bloch-Bauer, la donna dipinta nel meraviglioso ritratto di Klimt che l'Austria dovette restituire alla nipote scampata all'olocausto nazista con una rocambolesca fuga in America. Tutt'altro mondo da Moschino dove Adrian Appiolaza ricicla tutto per fare vestiti e accessori divertenti ma non cretini. Oltre alla T-shirt con la parola NIENTE che è l'oggetto del desiderio di queste sfilate c'è una maglietta con la stampa di un bambino creata da Franco Moschino nel 1992 e messa in vendita su E-bay per raccogliere fondi a favore del Fashion Trust. Marco Rambaldi ricicla i centrini all'uncinetto della nonna e crea una collezione piena di grazia. In prima fila per il giovane designer bolognese il super manager Marco Bizzarri e Chiara Ferragni, due personaggi che non si muovono mai a caso. Molto bella la collezione di Sportmax con quel gusto del design che a suo tempo hanno lanciato gli stilisti belgi ma che nessuno sa fare bene come noi italiani. Due i pezzi irrinunciabili: il trench e le giacche con le maniche aperte a mantellina e gli enormi jeans con le pinces sul davanti. La donna Eleventy raggiunge quel tipo di femminilità che si veste di concretezza e quindi usa materiali come la canapa che è un termoregolatore naturale, una garza di cotone giapponese che è più leggera di un soffio e la seta lavata più bella del mondo.
Da Santoni si perde la testa per le scarpe più eleganti che si possano immaginare fatte a mano con chilometri di fettucce in pelle intrecciata fino a formare un motivo paglia di Vienna, decorate da un filo di lurex arrotolato su se stesso non si sa bene quante volte o con un ricamo di minuscole paillettes rettangolari nello stesso mutevole colore del mar Adriatico.