Francesca Amè
C'è una piccola Vienna nel cuore di Milano. In via Boito, a due passi dalla Scala, Palazzo Amman è diventato da un anno la sede meneghina di Dorotheum, prestigiosa casa d'aste austriaca che vanta il primato della longevità: nacque infatti nel 1707 quando l'imperatore Giuseppe I volle trasferire il vecchio Monte dei pegni negli spazi di un monastero, il Dorotheerkloster, poi trasformato nel Palais Dorotheum, elegante biglietto da visita della casa d'aste di oggi.
All'energica Angelica Cicogna Mozzoni spetta il compito di dirigere la sede milanese, che festeggia il suo primo compleanno con un'esposizione in grande stile di lotti scelti di dipinti antichi, sculture, vetri, gioielli e porcellane che andranno in asta a Vienna ai primi di aprile (inaugurazione questa sera, ore 18.30, apertura anche il 16, 17 e 20 marzo, dalle 10 alle 18). Un'occasione ghiotta per chi ama il mondo del collezionismo: nel corso di queste quattro giornate un team di esperti è a disposizione per valutare gratuitamente e senza impegno oggetti d'arte e di antiquariato da inserire nelle prossime aste viennesi (Dorotheum ne fa seicento ogni anno). Un legame, quello tra la capitale austriaca e la città meneghina, che pare sempre più solido: «L'accoglienza del pubblico italiano è stata molto positiva - commenta Martin Böhm, presidente di Dorotheum -: ora dobbiamo intensificare la nostra attività». I progetti futuri non mancano: sarà potenziato il numero degli esperti a disposizione della clientela e non si nasconde il proposito di realizzare delle aste vere e proprie nella sede milanese, per la gioia dei tanti collezionisti, mercanti d'arte e appassionati nostrani che hanno apprezzato lo spazio italiano di Dorotheum. La concorrenza, nella città che più di ogni altra nel Bel Paese è attenta al mercato dell'arte, non manca: «Il nostro pubblico - spiega Angelica Cicogna Mozzoni - è particolarmente interessato ai dipinti antichi, ai gioielli, alle porcellane». Tra gli esperti a disposizione dei clienti ci sono professori come Mark MacDonnel, che cura la sezione dei dipinti antichi, fiore all'occhiello della casa d'aste: pregevoli le opere in mostra in questi giorni, tra cui un intenso «Sudario di Cristo» del Guercino e una commossa statua di «Madonna antica» appoggiata vicino a un quadro di De Chirico che raffigura due cavalli in corsa. Segno, questo, che a casa Dorotheum c'è un occhio di riguardo anche per l'arte moderna e non solo per quella del passato. La politica di Dorotheum - anche per capolavori assoluti come «Villaggio con Sacra Famiglia alla ricerca di un riparo» di Bruegel il Giovane, valutazione tra i 200 e i 300mila euro - è quella di non stimare con cifre troppo esorbitanti le opere esposte: questo spaventa il mercato e non facilita l'ingresso di nuovi acquirenti.
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