MilanoNessun ripensamento da parte della Procura di Milano nel caso Telecom: al termine di una udienza preliminare durata mesi e fitta di colpi di scena, ieri i pm Nicola Piacente e Stefano Civardi hanno presentato le conclusioni che ripropongono intatta la loro ricostruzione della vicenda dei dossier e degli spionaggi realizzati da uomini della compagnia telefonica allepoca della presidenza di Marco Tronchetti Provera. Nella ricostruzione dellaccusa, ad agire dentro Telecom fu una sorta di cellula fuori controllo, diretta dal capo della securitity Giuliano Tavaroli, le cui imprese avvenivano allinsaputa di Tronchetti e ai danni delle casse aziendali. Tavaroli è già uscito di scena chiedendo di patteggiare la pena, ma ieri i pm hanno chiesto il processo per associazione a delinquere finalizzata allappropriazione indebita e alla corruzione di uno dei suoi principali collaboratori: Emanuele Cipriani, linvestigatore privato fiorentino che realizzò buona parte dei dossier illegali. Chiesto il rinvio a giudizio anche per altre 14 persone.
Sia la indagini che ludienza preliminare hanno dimostrato che Cipriani introdusse in Telecom gli stessi metodi investigativi forniti ad altre grandi aziende. Cipriani ha accusato Tronchetti di sapere tutto. La Procura, evidentemente, non gli ha creduto. Ora parola alle difese.Dossier Telecom, per la procura Tronchetti fu una vittima
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