Draghi alle banche: «Rafforzate il capitale» Ecofin: «Basta avidità»

«Le banche devono continuare a rafforzare il proprio capitale». L’invito viene da Mario Draghi, nei giorni che vedono la polemica sui «T-bond» non emessi da Unicredit e Intesa-Sanpaolo. Il governatore di Bankitalia ha presentato una relazione sui lavori del G20 e del Financial Stability Forum ai ministri finanziari europei riuniti a Goteborg. Un Ecofin dal quale è scaturito un rimprovero al sistema creditizio: basta con «l’avidità» che ha caratterizzato il settore finanziario, banche e mercati devono «inaugurare un’era di responsabilità».
«I banchieri e i mercati - osserva il ministro delle Finanze svedese Anders Borg - non sottovalutino gli impegni politici presi per entrare in una nuova era di responsabilità di bilancio e finanziaria». Parole sottoscritte da Giulio Tremonti, che alla vigilia del vertice aveva denunciato il comportamento anti-industriale di Unicredit e Intesa. Quella di Borg, dice il ministro dell’Economia, è «una frase interessante, se la dice un ministro liberale svedese. È un’immagine che sottoscrivo».
Draghi spiega che se la situazione della redditività delle banche è migliorata, questo va in larga parte attribuito alle politiche di sostegno dei governi e agli interventi delle banche centrali. Ecco perché in questo scenario «bisogna rafforzare il capitale». Nel corso della riunione, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet ha riferito i risultati dello stress test condotto sul sistema bancario europeo: ipotizzando una caduta del pil del 2,7%, le perdite per i 22 istituti sotto esame ammonterebbero a 400 miliardi. «Il sistema resiste in maniera rassicurante», commenta Trichet. Il coefficiente di patrimonializzazione «Tier 1» resterebbe in media dell’8%, e in nessun caso scenderebbe sotto il 6%. Proprio ieri Standard & Poor’s ha confermato i rating di Unicredit e Intesa mentre ha tagliato quello di Montepaschi.
A Goteborg si è discusso anche di exit strategy dalla crisi. Nella sua relazione introduttiva, Tremonti ha sottolineato le due criticità che si prospettano in questo momento: il consolidamento dei conti pubblici e l’inflazione. Il ministro ha chiarito che «non c’è una tempistica certa» per l’uscita dagli aiuti pubblici all’economia.

Tremonti ha anche ribadito che quel che conta è la velocità di crescita del disavanzo, «e quella dell’Italia è molto al di sotto della media». Ed ha ricordato che per gli ammortizzatori sociali «avanzano 2 miliardi dei 4 stanziati per il 2009».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica