Draghi: banche «carenti» sui compensi dei top manager

Mario Draghi, presidente del Financial Stability Board, è all’opera per fissare le nuove regole globali sui compensi dei banchieri, e proprio in Italia i maggiori istituti di credito fanno «orecchie da mercante»? Pare proprio di sì, visto che da via Nazionale è partita una lettera in cui si rileva che le banche italiane stanno mostrando «carenze e ritardi» nell’applicare le disposizioni in tema di remunerazione dei vertici. Destinatari della missiva tutti i grandi gruppi: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Montepaschi, Banco Popolare, Ubi e Mediobanca. «È prioritario - scrive la Banca d’Italia - assicurare lo scrupoloso e tempestivo allineamento ai nuovi principi e standard da parte di tutti i Paesi che hanno promosso e condiviso le iniziative» del G20 e del Fsb sui compensi.
Alle nostre banche, l’Istituto centrale ricorda quali sono le linee di indirizzo da seguire per quanto riguarda le retribuzioni degli executive: in particolare, si rammenta che una quota importante della componente variabile (cioè, dei bonus) deve essere soggetta «a un adeguato sistema di differimento nel tempo», e parametrata a «indicatori pluriennali di misurazione della performance, opportunamente corretti per tener conto di tutti i rischi, attuali e prospettici», deve essere inoltre «simmetrica rispetto ai risultati effettivamente conseguiti, fino ad azzerarsi in caso di performance negativa». Anche per quanto riguarda i cosiddetti paracadute d’oro, cioè le clausole in caso di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, queste devono assicurare che il compenso sia «collegato ai risultati realizzati e ai rischi assunti».
Alle principali banche italiane, Palazzo Koch ricorda che gli impegni assunti nell’ambito del G20 non sono solo materia per articoli di giornale, ma devono essere messi in pratica. Al recente summit di Pittsburgh, i leader dei principali Paesi hanno stabilito che le retribuzioni dei top manager bancari devono essere proporzionate sia ai risultati di lungo periodo, sia ai rischi per le performance delle banche.

Tutti gli istituti, aggiunge Bankitalia, dovranno assicurare «adeguati meccanismi di controllo interno che assicurino la corretta attuazione delle linee di principio e degli standard applicativi». La Vigilanza di via Nazionale si riserva di approfondire con ciascuna banca «le anomalie eventualmente riscontrate».

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