nostro inviato a Verona
Seduto in prima fila accanto al padrone di casa, il presidente del Banco Popolare Carlo Fratta Pasini, Cesare Geronzi ha calcato il palcoscenico del Forex per dichiarare superato lo scontro apertosi al vertice delle Generali dopo laffondo del numero uno della Tods, Diego Della Valle, e laddio al consiglio di amministrazione del fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio. Con i grandi soci del Leone «cè un rapporto bellissimo» e «grandissima armonia». Sarebbe sbagliato, quindi, supporre che a Trieste occorrano ulteriori «chiarimenti». Il riferimento implicito è allo strappo istituzionale provocato da Mr Tods, che Geronzi ha detto di «apprezzare moltissimo» nella sua veste di imprenditore. Poi un secondo colpo di fioretto: «Io non ho mai litigato con nessuno, se qualcuno litiga con me è un problema suo», ha rimarcato il banchiere, secondo cui sarebbero stati i giornali a dipingere come «polemiche» le stesse dimissioni di Del Vecchio.
Determinato e sorridente, Geronzi aveva lanciato un messaggio conciliante fin dalla prima mattina al suo ingresso alla Fiera di Verona: dopo il consiglio di amministrazione «tutti sono impegnati a fare cessare le polemiche e a spingere ancora la redditività del gruppo», aveva notato il banchiere ammettendo come «la dialettica sia cruciale per la vita societaria, a patto che essa sfoci poi in sintesi efficaci, che rappresentino un avanzamento per tutti, per il bene della compagnia, senza personalismi». Lappuntamento quindi è con i risultati che «dovranno dare un riscontro». Concetti ribaditi dopo il discorso di Draghi, quando Geronzi ha negato qualsiasi tensione nei confronti dellad Giovanni Perissinotto, con cui al contrario i rapporti sono «buonissimi». Il banchiere si è anche mostrato «molto soddisfatto» dellesito del recente cda che ha affidato a Perissinotto lintero scrigno delle partecipazioni di Trieste pur lasciandogli il compito di sedere nei salotti dei patti di sindacato: da Telecom a Rcs, da Pirelli a Mediobanca.
Geronzi si è quindi soffermato sulla governance delle Generali, che per «l80% è fatta», anche se occorre qualche settimana per completare il lavoro. «In questo momento dobbiamo ancora affrontare un piccolo settore che è limmobiliare», dove è necessario «rafforzare le strutture operative interne, valorizzando al massimo tutte le professionalità». Progetti che a Perissinotto sono probabilmente apparsi come unaltra invasione di campo dal punto di vista della definizione delle strategie dopo la discussa intervista concessa al Financial Times in cui il banchiere romano ipotizzava per Generali investimenti di «sistema». Trieste sta ottenendo «ottime performance» dal proprio portafoglio immobiliare (24 miliardi il controvalore), ha quindi ribattuto lad del gruppo, rimarcando la «professionalità» del management e dicendosi «molto soddisfatto» dei risultati.
Lobiettivo di Perissinotto di mettere le cose in chiaro davanti alla comunità finanziaria ed evitare altre frizioni è evidente; ma Geronzi ha già riservato una stoccata agli analisti che hanno criticato il suo peso nella governance: «Gli analisti sono giovani che hanno tutto il diritto di pensare quello che pensano», ha detto il banchiere ribadendo di non aver mai ricoperto nella propria vita ruoli esecutivi, di non averli mai pretesi nè di volerli al Leone.
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