I mercati finanziari sono ritornati al livello precedente al fallimento della Lehman Brothers, e leconomia globale sta mostrando «convincenti segnali di ripresa», anche se non è giunto il momento di abbandonare le politiche di sostegno pubblico perché - dice Mario Draghi - «non siamo ancora fuori dal bosco».
Al termine della riunione inaugurale del Financial stability board, a Basilea, Draghi disegna un quadro abbastanza incoraggiante della situazione, ma lancia anche un segnale ai mercati: «La nuova regolamentazione - dice, riferendosi al lavoro del Fsb e degli altri organismi internazionali che stanno riscrivendo le regole del dopo crisi - non sarà un motivo per ri-nazionalizzare i mercati dei capitali», che dunque resteranno globali.
Nonostante il miglioramento in atto, per Draghi non è ancora giunto il momento di decidere una exit strategy dalle politiche governative di aiuti e incentivi: bisogna però discuterne per essere preparati a farle. La fragilità delleconomia e la situazione delle banche, il cui processo di ristrutturazione non è ancora completato, impongono prudenza. «Non è ancora giunto il momento di fermarsi», osserva il governatore di Bankitalia. E comunque le «strategie duscita» dovranno essere coordinate.
Draghi ricorda come, dal crac della banca statunitense Lehman lo scorso settembre - momento topico della crisi - molto è stato fatto in termini di politica monetaria, di stimoli alleconomia, di ricapitalizzazione del sistema bancario. «Se guardate agli spread e alla volatilità - spiega ai giornalisti al termine della riunione del Fsb - siamo tornati ai livelli precedenti al fallimento della Lehman». Un segnale positivo è anche rappresentato, aggiunge, dalla forti emissioni nel settore dei corporate bond.
Secondo il governatore di Bankitalia, che presiede il Fsb, il coordinamento è anche essenziale per la riscrittura delle regole nei mercati finanziari. L«obiettivo primario», dice, è di raggiungere una convergenza tra le regole contabili esistenti in Usa, Europa e Giappone. Anche se Draghi precisa che «la nuova regolamentazione non deve trasformarsi in un motivo per la ri-nazionalizzazione del mercato dei capitali».
A favorire la ripresa in Italia arriverà fra pochi giorni il decreto anticrisi approvato dal Consiglio dei ministri. In particolare ci si aspetta una spinta dalla detassazione degli utili aziendali reinvestiti in macchinari, una misura che da sola vale circa 2 miliardi di euro (1 miliardo di minori entrate nel 2009 e 1 miliardo nel 2010).
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