Economia

Draghi: "La crisi rientra In crescita dal 2010 Molte imprese a rischio"

Il governatore di Bankitalia: "La crisi sta gradualemnte rientrando, bene le misure di Bce e governo". Ma avverte: "Non poche aziende rischiano la sopravvivenza". Boccia le gabbie salariali e chiede aumento dell'età pensionabile

Draghi: "La crisi rientra 
In crescita dal 2010 
Molte imprese a rischio"

Rimini - Un messaggio di ottimismo. Ma con qualche rischio ancora da superare. La crisi economica e finanziaria che ha colpito l’economia mondiale negli scorsi due anni "sta gradualmente rientrando, ma se la sensazione prevalente a livello internazionale è che il peggio sia passato, sulla tenuta dei segnali congiunturali pesano tuttavia ancora forti incertezze". A dirlo è il numero uno di via Nazionale Mario Draghi che dal meeting di Comunione Liberazione a Rimini riferisce che "l’Eurocoin, l’indicatore elaborato dalla Banca d’Italia che riassume la crescita di fondo nell’area dell’euro, mostra ormai da cinque mesi una progressiva attenuazione della recessione". Secondo il governatore quindi "i rischi di implosione del sistema finanziario mondiale sono scongiurati e la sensazione prevalente a livello internazionale è che il peggio sia passato". Per Draghi "gli interventi di politica economica attuati nei maggiori paesi del mondo sono stati straordinari per tempestività, ampiezza e intensità. La caduta dell’attività si è ovunque attutita o arrestata".

Imprese a rischio "Non poche imprese, soprattutto quelle più esposte verso gli intermediari finanziari, che avevano avviato prima della crisi una promettente ristrutturazione, colte a metà del guado dal crollo della domanda, potrebbero veder frustrato il loro sforzo di adeguamento organizzativo, tecnologico, di mercato; rischiano la stessa sopravvivenza" prosegue il governatore della Banca d’Italia. "La drastica contrazione degli investimenti ha ridotto la capacità produttiva potenziale" spiega.

Crescita dal 2010 "Secondo stime largamente condivise, nella media del 2009 la caduta del pil rispetto all’anno precedente, risulterà in Italia intorno al 5%. Nel prossimo anno, il graduale recupero della domanda mondiale potrebbe consentire all’economia italiana di tornare a crescere sia pure di poco" analizza Draghi nel suo intervento al convegno "Una strada per l’Italia" organizzato nell’ambito del meeting di Comunione e Liberazione. Draghi ha poi osservato come "a frenare la recessione in Italia hanno contribuito, oltre che l’intonazione fortemente espansiva della politica monetaria e le altre misure apportate dalla Bce, gli interventi del governo in favore delle imprese e dei lavoratori. Sono state sbloccate e meglio allocate risorse per circa 25 miliardi nel 2009-2011".

Attenzione al debito "L’espansione del debito pubblico, indispensabile per fronteggiare la crisi nel breve periodo, richiederà in futuro significative politiche correttive" prosgue il numero uno di via Nazionale. "Con la crisi i problemi di struttura della nostra economia si sono fatti più urgenti" spiega. "Un mero ritorno ai deboli ritmi di crescita degli anni precedenti ci condannerebbe a un arretramento ancora più netto nel novero dei Paesi avanzati. È necessario muoversi nella prospettiva di una ricostruzione della struttura economica del Paese".

Aumentare età pensionabile L’allungamento dell’età di pensionamento è una condizione per tornare a crescere. Draghi torna sul tema delle pensioni e ribadisce l’esigenza di aumentare l’età di uscita dal mondo del lavoro per adeguarla all’allungamento della vita media. "Non credo che senza un netto aumento dell’età media effettiva di pensionamento, pur con tutte le garanzie necessarie per i cosiddetti lavori usuranti, sia possibile nel medio periodo conseguire risultati sufficienti in termini di minor spesa corrente".

No alle gabbie salariali "Non si tratta di imporre vincoli aggiuntivi al processo di determinazione dei salari con il ripristino delle cosiddette gabbie salariali ma, al contrario, di conseguire gradi più elevati di decentramento e di flessibilità nella contrattazione". Così il gvernatore della Banca d’Italia interviene nel dibattito sulla gabbie salariali. "Con riferimento alla necessità di una maggiore corrispondenza fra retribuzioni e condizioni di impresa credo che oggi stiano maturando le condizioni per compiere progressi importanti".

Secondo le stime di Bankitalia, "nel settore privato i livelli dei salari reali non sarebbero peraltro molto discosti" fra Nord e Sud.

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