La riforma del sistema finanziario internazionale ha visto finora «grandi progressi», ma adesso è necessaria coerenza a livello internazionale, altrimenti c’è il rischio di rovinare tutto. Mario Draghi parla a Bruxelles del difficile lavoro fatto nel dopo-crisi, e ricorda che «oggi l’industria dei servizi finanziari è completamente diversa da quello che era quattro anni fa. Ma è venuto il momento - aggiunge - di cambiare le leggi. É essenziale e decisivo che lo si faccia in maniera coerente a livello internazionale».
Dunque, la cooperazione globale è indispensabile per mettere insieme una cornice legale che eviti, in futuro, il ripetersi delle crisi. Da presidente del Financial Stability Board, Draghi sa bene quanto è difficile il coordinamento fra legislazioni diverse, e spesso conflittuali. Emergono «discrepanze», ricorda il governatore di Bankitalia, sulle nuove norme che regolano i derivati, gli hedge fund, gli altri fondi d’investimento ad alto rischio, e lo stesso shadow banking system, il settore bancario ombra. Il Fsb presenterà le sue raccomandazioni al G20 entro l’autunno, e la sfida è quella di «superare le resistenze di alcune giurisdizioni» per mettere a punto standard minimi e regole comuni.
Draghi sottolinea che è necessario risanare i sistemi bancari «in Europa e ovunque». Ecco perchè i prossimi stress test dovranno essere effettuati in maniera «credibile, coerente e trasparente. ogni punto di debolezza - avverte - dovrà esere identificato, per essere subito aggredito». Parole forti, da prossimo presidente della Bce (incarico che viene dato per scontato dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Junker, che lo definisce «inarrestabile»).
Sul fronte macroeconomico, Draghi conferma che «la crescita c’è, anche se ci sono rischi che ci accompagneranno ancora per un po’ di tempo». Analisi simile a quella contenuta nel rapporto annuale Bce. La situazione dei conti pubblici è precaria, sottolinea la banca centrale, e preoccupa la riforma «insufficiente» del patto di stabilità europeo.
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