C’è il forte rischio, in questa storia, di farsi coinvolgere troppo dall’intrigo giallo e malato, cerebrale e perverso, così meticolosamente ordito dal suo sadico autore. Non c’è che dire, dal punto di vista della suspense e dei colpi di scena il caso è avvincente. Ma non bisogna comunque farsi distrarre. Neppure il più fantasioso castello di indizi e di rompicapi deve distogliere le nostre sensibilità dal punto veramente centrale dell’incubo: Alessia e Livia, le carinissime gemelline bionde che da giorni ci sorridono da giornali e televisioni, sono ancora lontane, da qualche parte, chissà se vive o morte. Purtroppo, questo padre disperato e fuori controllo sta risultando sempre più uno spietato geometra della vendetta. L’origine del furioso vortice è chiuso dentro la sua casa di Losanna, dove il matrimonio con l’italiana Irina Lucidi, avvocatessa originaria di Ascoli, è completamente finito. Lei gli ha parlato chiaro: non c’è più verso, bisogna dividersi. Canadese di origine, 44 anni, dipendente e collega della moglie alla Philip Morris, Matthias Schepp finisce in corto circuito. E domenica 30 gennaio avvia la trama di una tragedia molto particolare: non violenta e traumatica come ce ne sono tante, ma subdola e centellinata come un veleno a lento rilascio. Riservato a lei, che non lo vuole più Il pomeriggio di quella domenica, l’uomo carica in macchina le due bambine e parte verso la Francia. È sera quando la Audi passa il confine. Il giorno dopo è certamente a Marsiglia. Da qui parte una cartolina verso la moglie: «Mi manchi. Voglio farla finita». Arriva anche un Sms dal tenore ugualmente inequivocabile: «Non torneremo più». La tela si fa sempre più intricata. Lucido e folle, Schepp va avanti a passi decisi verso la fine, lasciandosi però alle spalle misteri, ambiguità e forse anche studiati depistaggi. Ad esempio, si sa per certo che la mattina di lunedì 31 gennaio ritira da cinque sportelli diversi circa 8.000 euro. Quindi, va al porto e acquista tre biglietti per il traghetto verso la Corsica, destinazione Propriano, zona sud-ovest dell’isola. Dunque, sembrerebbe di capire che il papà e le due bambine viaggino su quel traghetto. Eppure permane nebbia anche su questo passaggio: nella macchina non ci sono i seggiolini per le bambine. Strano, molto strano, perché in una fuga così segreta Schepp non potrebbe rischiare d’essere fermato dalla Polizia. Il dubbio: e se le bambine non fossero mai uscite dalla Svizzera? Se le avesse consegnate a qualcuno? O se sventuratamente le avesse uccise subito? Ma perché allora acquistare tre biglietti a Marsiglia? Sin da subito si comprende benissimo che questo marito afflitto e vendicativo ha in mente un solo obiettivo: morire, sì, ma tormentare per sempre, con la sua strategia di mosse ambigue e inafferrabili, chi a quel punto l’ha condotto. Così, nessuno può davvero dire quando e dove si separi dalle bambine (ora in tanti credono di averle viste, ma non ci sono mai riscontri veri). Allo sbarco in Corsica, nessuno ricorda di aver notato un papà con due gemelline. Da qui, un altro dei terribili tarli: e se le avesse gettate in mare, durante l’attraversata, magari dopo averle addormentate? Il sospetto è tenuto in piedi da tutte le successive tappe. Dopo la Corsica, ecco Vietri sul mare, nel Salernitano: è giovedì scorso, 3 febbraio. L’uomo pranza in un ristorante, il gestore lo ricorda benissimo, ma lo ricorda certamente solo. Un dettaglio lo rende indelebile nella sua memoria: quel cliente si interessa di un quadro esposto nel locale, il ritratto di una donna, «mi ricorda mia moglie», spiega ai camerieri... Sono più o meno le 13. Da lì, il perfido regista dell’allucinante messinscena parte verso la Puglia. Ha in animo un sottile gioco anche per l’epilogo: alla stazione di Cerignola, imbuca diverse buste con dentro banconote da cinquanta euro, tutte indirizzate alla moglie. Il dettaglio, purtroppo, fa escludere che abbia usato i soldi per pagare un “affido“ delle piccole. Cos’è, allora, questa spedizione di denaro: un estremo pentimento? Un ultimo gesto di pacificazione? O piuttosto un irridente sfregio finale, sapendo che le pene future della donna non dipenderanno certo dai soldi? Con tutti questi enigmi alle spalle, seminati attraverso tre Stati e dentro l’anima dilaniata del suo amore perduto, Schepp affronta l’ultima tappa: alle 22,45 si butta sotto il treno, portandosi dietro la chiave di tutti i misteri. In tasca, soltanto un centinaio di euro. Nient’altro. Non una riga sulle sue creature. Come negarlo: neppure Hitchcock avrebbe costruito con tanta certosina immaginazione una simile sceneggiatura da fiato sospeso. Solo apparentemente la fuga è sconclusionata e casuale. In realtà, l’odissea del marito naufrago èlegata da un filo rosso molto chiaro, che ha sempre lei, la moglie, all’altro capo del filo: per il resto dei tuoi giorni ti chiederai che cosa ho fatto alle bambine, io sarò sempre lì al tuo fianco, con la mia postuma ossessione... Eppure non dobbiamo farci trascinare soltanto dal sofisticato giallo psicologico. Non siamo davanti a uno schermo.
Resta un dramma vero e immenso: due bambine scomparse nel vuoto. Gli investigatori aggiornano continuamente lo stato delle ricerche, seminando barlumi di ottimismo per dovere d’ufficio: «Continuiamo a cercarle vive ». Come Yara. Purtroppo, con gli stessi risultati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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