Dudamel esalta Beethoven coi ragazzi «di strada»

Gustavo Dudamel è un bel morettone venezuelano. Quattro fotografie nel librettino del disco: guarda dritto e di sbieco, ispirato e insinuante. Da vedere, quando dirige, con la mano sinistra mima libertà cubane, la destra batte secca alla maniera dell’insuperato maestro di riferimento, Claudio Abbado. Si porta dietro un’orchestra corposa di ragazzi che vivevano in parte sulla strada, in un Paese grande la metà del nostro ma che vanta 30 orchestre sinfoniche professionali, 125 giovanili, 57 infantili. Da leggere, ci dice le cose più normali: che Beethoven è un genio, che nella Quinta Sinfonia c’è il destino, che bisogna andare al di là delle note nell’interpretazione. Da ascoltare, è appassionato e talora appassionante: nella Quinta e nella Settima Sinfonia di Beethoven trascina la sua lieta masnada con talento, come se stessero scoprendo le partiture in quel momento: indugi e affrettandi, qualche nodo che si scioglierà prima o poi, un suono che tende più alla forza che alla pienezza.

Nello Scherzo della Settima, un bello slancio di danza. Nel mercato delle promozioni premature, arriverà anche alla Scala con il Don Giovanni di Mozart.

Simon Bolivar Youth Orchestra of Venezuela. Gustavo Dudamel. Beethoven 5 & 7. Deutsche Grammophone

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