MilanoPotrebbe fare il Natale a casa Rosanna Gariboldi, ex assessore alla Provincia di Pavia e moglie del deputato Pdl Gianfranco Abelli, detenuta dal 21 ottobre a San Vittore con laccusa di riciclaggio. Ieri i pubblici ministeri Laura Pedio e Gaetano Ruta, titolari dellinchiesta sul business delle bonifiche ambientali in Lombardia, hanno dato il via libera allistanza di scarcerazione della donna, presentata dal suo difensore Ennio Amodio.
Sarà ora il giudice preliminare Fabrizio DArcangelo a prendere la decisione definitiva. Ma il parere positivo della Procura certamente costituisce un forte elemento di ottimismo per la 64enne esponente del Pdl, anche perché arriva dopo un segnale esplicito mandato dallindagata attraverso i suoi difensori: Rosanna Gariboldi ha dato disposizione alla sua banca di Montecarlo, la Banque J. Safra, di fare rientrare in Italia un milione e 200mila euro depositati presso la banca stessa, su un conto cointestato alla Gariboldi e al marito Abelli. Si tratta del medesimo conto sul quale, secondo le accuse della Procura, sarebbero affluiti i versamenti compiuti dalla donna per conto di Grossi, al fine di aiutare limprenditore a far perdere le tracce di una parte dei fondi neri creati truccando i costi della bonifica dellarea di Santa Giulia.
Basterà questo gesto di buona volontà a convincere il giudice a concedere allindagata almeno gli arresti domiciliari? La decisione di DArcangelo dovrebbe arrivare entro domani. La sensazione è che la posizione processuale della Gariboldi rimanga difficile, come si era già capito quando il tribunale del Riesame aveva respinto la sua richiesta di scarcerazione parlando di «non comune professionalità dellagire criminoso tale da garantire unelevatissima remuneratività» e di «prezioso e professionale contributo alle articolate macchinazioni criminose» di Grossi. Ancora non chiariti sono, secondo i pm, i reali rapporti di affari che la donna intratteneva con due assessori regionali, Massimo Buscemi e Massimo Ponzoni. Ma è indubbio che la decisione di sbloccare il conto nel principato possa convincere il giudice che Rosanna Gariboldi non è più pericolosa, e che quindi può attendere la fine delle indagini fuori dal reparto femminile di San Vittore. Contro la sua detenzione si erano espressi nelle scorse settimane diversi politici recatisi a farle visita in cella (leuroparlamentare Mario Mauro si era spinto fino a parlare di «tortura») e uninterpellanza sul suo caso al ministro della Giustizia era stata firmata da parlamentari sia della maggioranza che dellopposizione. Il suo difensore aveva esplicitato il dubbio che la Gariboldi venisse tenuta in carcere solo per ottenere da lei rivelazioni a carico del marito o di esponenti della giunta regionale lombarda.
Se per «lady Abelli» si intravede uno spiraglio di luce, lo stesso non si può dire per Grossi, lindagato numero uno. Venerdì Grossi è stato interrogato ancora a lungo allospedale San Paolo, dove è stato trasferito dal carcere di San Vittore a causa della sua cardiopatia. Ha ripetuto le sue ammissioni sulla costituzione di fondi neri allestero, ma questo è ormai un aspetto residuale dellinchiesta.
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