Due movimenti contrapposti anche in armi

I due schieramenti che si combattono a Gaza sono l’espressione in armi di due movimenti politici, Al Fatah e Hamas, che hanno una visione molto diversa della Palestina. Entrambi ostili a Israele - ma con il primo giunto già al tempo di Arafat su posizioni pragmatiche e disposto al compromesso, mentre il secondo rifiuta di riconoscere lo stesso diritto all’esistenza dell’“entità sionista” - si distinguono soprattutto sotto il profilo religioso: Al Fatah è per un nazionalismo arabo laico e dice di voler coesistere con Israele, Hamas vuol fondare uno Stato integralista islamico e distruggere lo Stato ebraico.
In campo ci sono diverse milizie armate e forze di sicurezza contrapposte, ormai protagoniste di una guerra civile. Braccio armato di Al Fatah sono le Brigate dei martiri di al-Aqsa e le Brigate Abu-Rish, mentre Hamas schiera le Brigate Ezzedin al-Qassam e può contare sul sostegno delle Brigate al-Quds della Jihad islamica.

Quanto alle forze di sicurezza, nelle strade di Gaza Hamas ha preso il sopravvento grazie al rapido sviluppo della «Forza di pronto intervento» voluta dal ministro Said Siam, che in pochi mesi è passata da 3.000 a 9.000 uomini. Al Fatah contrappone la «Sicurezza preventiva» e la guardia presidenziale «Forza 17», che rispondono al presidente Abu Mazen.

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