Cronaca locale

Duello tra La Russa e il sindaco sui soldati nelle vie a rischio

Il ministro attacca Pisapia: «Se non li vuole più lo dica, ma il ’68 è passato» La replica è piccata: «Usi il telefono». Il Pd ammette: «Basta con i presidi»

«Se Pisapia non vuole i militari a Milano basta che lo dica, non faccia parlare altri come se fosse un ventriloquo». Il ministro alla Difesa Ignazio La Russa accende la miccia. E fa esplodere il sindaco. Duello a distanza ieri sulla presenza dei militari nelle periferie: il governo ha confermato che almeno fino a fine anno manterrà i 4.250 soldati impegnati in tutta Italia per l’operazione «Strade sicure». I soldati sorvegliano ambasciate e obiettivi sensibili, e 9in città dove dal 2008 ad oggi sono passati da 400 a 639 sono stati dirottati dal Comune in accordo con la prefettura anche nei quartieri più a rischio, dal Niguarda a via Padova, corso Como, stazione Centrale. Una mappa modificata nel tempo per rispondere alle emergenze o prevenirle. In piazza XXV Aprile ad esempio la presenza di jeep e tute mimetiche ha fatto cambiare indirizzo ai pusher che assediavano la zona. Ma il vento (forse) è cambiato. Già nei giorni scorsi il consigliere comunale di Sel Mirko Mazzali, avvocato vicino al Leonka e candidato a presiedere la commissione Sicurezza, aveva chiesto a Pisapia di archiviare il progetto, «Milano non è Beirut e non ha bisogno di militari nelle strade». Più tranchant l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, che almeno vorrebbe conservare i soldati davanti agli obiettivi a rischio come Duomo, aeroporti, consolati. Ma La Russa vuol sentire la voce chiara del sindaco, e ieri in conferenza stampa a Roma ha polemizzato: «Gli ho chiesto al sindaco di pronunciarsi sul mantenimento dei militari per garantire la sicurezza nei quartieri. Ho letto che dalla sua giunta dicono che i soldati non servono. Mi sembrano riflessi sessantottini e pregiudizi politici, ma ognuno è libero di decidere come crede. Vorrei però che Pisapia dicesse una parola chiara ed inequivocabile e uscisse dal suo mutismo, o l’indicazione della Difesa al ministro Maroni sarà di ritirare i militari perchè altre città possano godere di tale beneficio».
Piccata la replica di Pisapia: «Voglio ricordare al ministro - afferma in una nota - che la campagna elettorale è finita. Se ha qualcosa da chiedermi e vuole risposte su temi delicati e importanti come quello della presenza dei soldati nelle città, usi i canali istituzionali». Secondo il sindaco «è inaccettabile che vengano poste domande su un tema importante attraverso agenzie di stampa o quotidiani, addirittura dettando i tempi della risposta. Senza perdere tempo, usi il telefono e mi chiami direttamente».
Ma a rispondere nel merito, invece che sul metodo, è la capogruppo del Pd Carmela Rozza. «Prefetto e sindaco si incontreranno e definiranno un piano non vedo il motivo di tutta questa fretta - premette -. Detto questo, confermo quanto il Pd ha sempre sostenuto. I militari non servono per fare sicurezza in città, devono presidiare i luoghi sensibili e in strada ci devono essere i poliziotti». Tradotto da Romano La Russa, assessore alla Sicurezza della Regione: «Pisapia sta trasformando la città in un far west».

Ironizo il capogruppo della Lega Matteo Salvini: «Macchè militari, la Milano di Pisapia non ne ha bisogno perchè sono tutti più buoni, generosi e solidali».

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