Roma

Dylan colpito da «inesauribile vivacità»

Simone Mercurio

Amato, corteggiato e conteso dai vari festival internazionali arriva ora a Roma Bob Dylan, il menestrello per eccellenza della musica d’autore. Domenica prossima si esibirà nella Cavea del nuovo auditorium per la rassegna «Luglio suona bene» (ore 21). Un tempo Dylan era l’elusività fatta persona: cantava canzoni enigmatiche e spesso fraintese, parlava poco o niente, scompariva come il mago Houdini, tirava giù la saracinesca sugli sguardi indiscreti. Altri tempi, davvero. Poi sono arrivati i tour che non finiscono mai, gli archivi audio e video finalmente spalancati, persino un’autobiografia (romanzata, d’accordo) che alza il velo su episodi «mitici» della vita del poeta. Nella fine del 2005, è persino uscito No Direction Home, un cinedocumentario di tre ore e mezzo firmato da Martin Scorsese, completato da un doppio cd, ovvero il settimo volume delle benemerite Bootleg series che il padre di tutti i cantautori dispensa ormai con cronometrica regolarità in collaborazione con la sua casa discografica. «Bisogna rendersi conto che si è costantemente in divenire» ha dichiarato l’ultra sessantenne Dylan che ha ancora energia e passione da vendere. La sua carriera musicale ha attraversato le cinque decadi, ma, e lo dimostrerà certamente nella serata romana, la sua vena non si è certo esaurita. E il tempo di Bob Dylan sembra infatti dilatato. Sembra instancabile il cantautore americano; dopo la pubblicazione del primo volume della sua biografia Chronicles, vol. 1, accolta come una sorta di capolavoro, No Direction Home comprende 28 brani incisi tra il 1959 e il ’66. Il materiale documentario per ricomporre il puzzle-Dylan abbonda: c’è When I Got Troubles del 1959, forse la prima canzone originale che il musicista abbia mai registrato. Chicca del cofanetto la versione di This Land is Your Land del grande Woody Guthrie eseguita nel 1961 alla Carnegie Hall di New York. Insomma, carne da mettere al fuoco per i fan del cantautore ce n’è, ma questo è un progetto indirizzato anche a chi vuole conoscere o apprezzare meglio l’autore di Like A Rolling Stone e Desolation Row. Il Dylan di oggi è un personaggio aperto, attento a ciò che gli succede intorno, al punto che circola voce che per il suo prossimo album Modern times, in arrivo alla fine del prossimo agosto, avrebbe reso omaggio alla cantante pop Alicia Keys. I due si incrociarono ai Grammy Awards del 2001.
Quando le è stato riferito della canzone, Alicia ha detto: «L’ho sentito dire anch’io, ma pensavo che mi prendessero in giro. Una leggenda simile come può conoscermi? E, ancora di più, come mai scrive su di me? La canzone ancora non l’ho sentita, è top secret. Ma non sto nella pelle e sono onorata che mi abbia pensato». Tra i brani che dovrebbero apparire su Modern times vi sarebbero titoli come Spirit on the water, Ain’t talkin’, Thunder on the mountain, Working man’s blues, When the deal goes down e Neddy Moore.


Sul palco della Cavea con Dylan ci sarà una band composta da Jimmie Vaughan e Junior Brown (chitarre), Lou Ann Barton (voce) ed Elana James con i suoi The Continental Two.

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