Politica

E adesso il governo scopre l’America Prodi: il sì al Senato lodato dagli Usa

L’Unione insiste: «Siamo autosufficienti» Ma Capezzone: «Non è vero, siamo deboli»

da Roma

Effetto-fiducia? Dopo aver incassato i voti dell’Udc il centrosinistra canta vittoria e rispedisce al mittente le critiche di chi nel centrodestra sottolinea la non «autosufficienza politica» dell’Unione senza l’Udc e i senatori a vita.
Massimo D’Alema, per esempio, non ha dubbi: «È Berlusconi che esce sconfitto». Il ministro degli Esteri sorvola sui dati aritmetici: «Questa operazione, che già in sé non era particolarmente commendevole - osserva - si è risolta in una duplice sconfitta: di fronte all’opinione pubblica che non può capire questo balletto, il cambio di voti in pochi giorni. E poi perché si è diviso il centrodestra, con una parte che con maggiore coerenza ha mantenuto il voto di qualche giorno fa. Mi sembra che per l’onorevole Berlusconi, che è stato il promotore di questa iniziativa, l’esito sia piuttosto infausto». Stesso tenore anche nelle parole di Romano Prodi, che ieri torna a parlare del voto durante il suo viaggio in Sudamerica, addirittura in Cile, durante una conferenza stampa con la presidente Michelle Bachelet: «Il sì del Senato al decreto sulle missioni è stato lodato anche oltreoceano. L’Italia ha una politica estera coerente. Nel mio programma l’Onu e la Ue hanno un ruolo speciale, ma c’è posto anche per una seria politica atlantica, della Nato e del mantenimento degli impegni assunti in sede internazionale».
Curioso che Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato, attribuisca al voto il significato opposto: «Il Senato ha implicitamente respinto il brutale pressing degli Usa, rilanciato anche ieri dall’ambasciatore Spogli, per imporre all’Italia un diverso e ben più aggressivo tipo di impegno in Afghanistan. Ieri al Senato l’Unione e il governo - osserva Russo Spena - hanno conseguito due risultati molto importanti: il voto ha dimostrato che al Senato la maggioranza politica c’è, è autosufficiente e sostanzialmente compatta, mentre l’opposizione è divisa, confusa e priva di qualsiasi strategia credibile».
Il primo che affronta esplicitamente il tema della cosiddetta «autosufficienza» è il leader dei verdi Alfonso Pecoraro Scanio, che dice: «Il voto del Senato ha confermato che l’Unione è autosufficiente e che la Cdl è spaccata. Berlusconi tragga le conseguenze di questa scelta irresponsabile. La Casa delle libertà si è lacerata su un voto importante, dimostrando di avere a cuore solo i propri piccoli interessi particolari. Il voto sulla sicurezza dei militari ha dimostrato anche l’ipocrisia di Berlusconi e di questa destra. La Cdl - conclude il leader del Sole che ride - si vergogni della brutta figura di fronte al Paese e si ricordi che il voto dei senatori a vita ha uguale valore di quello dei senatori eletti, come ben sa Berlusconi, che con quei voti ha potuto governare».
L’unico che non risparmia la propria parte è Daniele Capezzone, deputato radicale e presidente della commissione attività produttive di Montecitorio: «Quel che è certo è che il centrosinistra sta molto male. E non solo perché il governo resta fragile.

Senza i senatori a vita (il cui voto, peraltro, è assolutamente legittimo, e non può essere messo in discussione), il governo - conclude Capezzone - non ce l’avrebbe fatta».

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