E le adolescenti di «Witch» si scoprono anti veline: «Alleniamo prima il cervello»

In principio c’erano le W.i.t.c.h. Ovvero le ragazzine magiche ideate per l’edicola nell’aprile del 2001 da Elisabetta Gnone sotto il tetto della Disney italiana. Un successo che ha fatto legioni di adepte in tutto il mondo, fino a portare l’omonimo mensile a essere pubblicato in 32 edizioni, facendone il quarto periodico del pianeta. Con il loro stile disneyano, fatto di una magia discreta, calata nel quotidiano ma sempre politically correct, le W.i.t.c.h. affrontano anche un tema di attualità: quanto conta per le ragazzine di oggi apparire in Tv? Nella storia «Silenzio stampa», le cinque streghette indagano sulla strana sparizione delle due secchione della scuola, impegnate, all’insaputa di tutti, a partecipare a un concorso per aspiranti «Miss Veline». Cosa le abbia mosse ad abbandonare i loro amati lidi scolastici per inseguire l’improbabile gloria televisiva è un mistero da svelare, anche con l’aiuto di due esperte del tema, le Miss n°13 e n°17 di Zelig Katia e Valeria, autrici del libro «Come diventare Miss senza cadere dai tacchi» (editore Kowalsky). La bionda Katia e la mora Valeria hanno raccontato a nove giovani intervistatrici che «per quanto esistano cotonature che possono aggiungere almeno 20 cm di slancio alla silhouette», il prezzo da pagare per diventare reginetta di bellezza a volte è più alto di quanto immaginiamo. La riflessione finale? Se per i personaggi del fumetto W.i.t.c.h. andare in tv è stato un gioco, bucare il video nella realtà pare un compito difficile da gestire se non si è abituati ai sacrifici e allo studio: «Per gestire la popolarità non è sufficiente allenarsi al sorriso, ma bisogna allenare il cervello» dice Katia. Valentina De Poli, direttore di «W.i.t.c.h.», aggiunge: «Quando abbiamo constatato che, ormai, il diventare famosa era entrato fra le “cose che vorrei fare da grande”, come una professione, abbiamo deciso di approfondire il tema.

Sognare il successo e scegliersi un modello famoso a cui aspirare è tipico dell’età delle nostre lettrici. Ma i modelli televisivi imposti oggi sembrano offuscare questo sogno, che era tale proprio perché irraggiungibile e unico. E noi vogliamo continuare a farle sognare».

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