E Barack festeggia il ribaltone

«Non ho rappresentato il Partito repubblicano, ho rappresentato la gente della Pennsylvania e continuerò a fare la stessa cosa». Con queste parole, degne del più classico trasformismo che ha impestato a lungo anche il Parlamento italiano, il senatore Arlen Specter ha giustificato dopo decenni di militanza nel Grand Old Party il suo passaggio nelle file democratiche. Il presidente Obama ha voluto aprire la sua centesima giornata alla Casa Bianca dando il benvenuto al fuoriuscito («Hai tutto il mio sostegno, siamo entusiasti di averti con noi») e assicurandogli che sarà «pronto ad ascoltare i suoi consigli, soprattutto se discordanti».
Tutto questo miele si spiega con l’aritmetica: il voto di Specter avvicina i democratici alla fatidica soglia dei 60, che garantisce l’approvazione dei provvedimenti di Obama impedendo l’ostruzionismo dell’opposizione. Se, come i sondaggi paiono indicare, il prossimo senatore del Minnesota sarà il democratico Al Franken, i giochi saranno fatti.
Specter naturalmente, da esperto politico qual è (ha 79 anni e cinque legislature alle spalle), la butta sui principi. «Il Partito repubblicano si è spostato sempre più a destra - ha spiegato - e io mi sono trovato in un crescente disagio rispetto alla filosofia repubblicana, e più in linea con quella del Partito democratico». Un capolavoro, completato con la promessa di continuare a comportarsi da indipendente, forse non apprezzata dai suoi nuovi compagni di strada.
Il leader dei senatori democratici Harry Reid, che si è adoperato per convertire Specter alla giusta causa, non ha mancato di definirlo «un uomo d’onore e d’integrità», ma gli ex colleghi del fuoriuscito la vedono molto diversamente. «Era un repubblicano solo di nome - ha detto il presidente del comitato nazionale del partito Michael Steele - con una lunga tradizione di voti in Senato insieme con la sinistra. Siamo onesti: Specter non se n’è andato per ragioni di principio di alcun genere. Lo ha fatto per i suoi interessi personali, perché sapeva che avrebbe perso le primarie repubblicane».


In effetti i sondaggi vedevano Specter indietro nella corsa alla nomination repubblicana della Pennsylvania per il Senato nel 2010. Ma ieri il vecchio Arlen, democratico nuovo di zecca, ha potuto annunciare giubilante che il presidente Obama e il senatore Reid faranno campagna per lui. Perché i principi sono principi, ma tutto ha un prezzo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica