E Bruxelles lancia i verbali senza frontiere

da Roma

Le multe «senza frontiere» sono una realtà in Europa dal 19 marzo di quest’anno. La direttiva è stata presentata dall’ex commissario ai Trasporti (ora a Giustizia e Sicurezza) Jacques Barrot, l’uomo che sta esaminando il pacchetto sicurezza dell’Italia consegnato dal ministro Roberto Maroni.
Con questa nuova norma l’Europa ha deciso che l’abbattimento dei confini non deve valere solo per i movimenti di uomini e merci, ma anche per i pagamenti di infrazioni commesse dagli automobilisti europei in un Paese che non è il proprio. La soluzione, su proposta della Commissione, è una «banca dati europea» con la quale il trasgressore «extraterritoriale» possa essere rintracciato, per assicurare così che «la disciplina dell’infrazione sia applicata indipendentemente dal luogo in cui l’infrazione è commessa e dal Paese di immatricolazione del veicolo».
La norma individua quattro tipi di multe senza confini: l’eccesso di velocità, la guida in stato di ebbrezza, il mancato utilizzo della cintura di sicurezza e il transito con il semaforo rosso. Sono queste, secondo lo studio di Bruxelles, le infrazioni che causano da sole il 75 per cento delle vittime in Europa. La necessità di un pagamento sicuro delle multe parte da un’ammissione di fallimento da parte della Commissione: nel 2007, le vittime sulla strada sono state 43mila, «pari al numero di morti che ci sarebbero se nella Ue ogni settimana precipitassero cinque aerei». «Attualmente - si legge ancora dal testo della direttiva - le infrazioni stradali restano spesso impunite se sono commesse con un veicolo immatricolato in uno Stato membro diverso da quello in cui l’infrazione è stata commessa».
Secondo la ricerca, sembra anzi che gli stranieri siano più portati a guidare senza regole: la quota di non residenti tra coloro che commettono infrazioni tocca punte anche «del 30%». Un esempio: in Francia la presenza sulle strade di automobilisti stranieri è del 5,5%, «ma la quota di infrazioni commesse è del 15%». Il punto debole della proposta è che non vengono inserite regole per gli automobilisti extracomunitari. Un po’ come accade per i mezzi pesanti: c’è un regolamento che stabilisce il limite di ore di guida per i camionisti europei, ma non ci sono sistemi di controllo per chi arriva da altri Paesi.

«Bisogna studiare un modo per controllare chi arriva da un Paese fuori dall’Europa», ha detto nei giorni scorsi il ministro dei Trasporti Altero Matteoli. Così come occorre studiare un modo per far pagare le multe a tutti. Problema noto alla Commissione europea già dal 1986.

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