Franco Fayenz
da Perugia
Cassandra Wilson è sempre lei, dopo 20 anni abbondanti di carriera. I suoi ammiratori accorrono puntuali e numerosi nellArena Santa Giuliana e non si muovono neppure per un temporale improvviso. Rimangono lì, fradici e infreddoliti, ad ascoltarla e a guardarla. La sua voce, tenuta in prevalenza sul registro medio, si è fatta più calda e suadente. Ma Cassandra è anche una pregevole compositrice - il suo Broken Drum, interpretato poco dopo linizio del concerto è un piccolo gioiello - e sceglie i collaboratori con scrupolosa attenzione. Il gruppo che propone allUmbria Jazz 2005 (Gregoire Maret allarmonica, Marvin Sewell alla chitarra, Reginald Veal al basso, Terry Linn Carrington alla batteria, Jeff Haynes alle percussioni e il bravissimo Brandon Ross al banjo e alla chitarra, opportunamente recuperato) è uno dei migliori della lunga serie e costituisce un ulteriore motivo di attenzione: i suoni sono moderni e articolati, mai complicati, e rispettano linterplay che si richiede oggi al jazz migliore.
Cassandra canta per quasi unora e mezza affascinando il pubblico ogni minuto di più. Ecco Waters of march di Tom Jobim che lei riesce a trasformare senza privarla del sapore neolatino, ed ecco laccorata I want to be loved di Willie Dixon. Una vera ovazione accoglie Time after time, dedicata assai più a Miles Davis autore di memorabili esecuzioni di questo brano, piuttosto che allautrice Cindy Lauper.
Per restare in tema di voci femminili, non va dimenticata Madeleine Peyroux che qualcuno paragona, con coraggio leonino, a Billie Holiday. Ha cantato al Teatro Morlacchi, e chi se ne intende si è chiesto come faccia una giovane di voce così esile ed evanescente, a calcare le scene. Ha pubblicato con successo il suo primo album (Dreamland) otto anni orsono, e il secondo (Careless love) sul quale si fondano i concerti di questa tournée, pochi mesi fa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.