E la Cgil si scopre intollerante: Camusso caccia i 17 iscritti trentini che l’avevano contestata

Ieri diciassette iscritti alla Cgil del Trentino sono stati espulsi dal sindacato per aver «leso l’immagine del sindacato» con una serie di contestazioni, fra cui uno striscione, contro la segretaria nazionale Susanna Camusso e il segretario provinciale Paolo Burli. I fatti si riferiscono ad due episodi avvenuti in Trentino. Il 6 maggio, in occasione dello sciopero generale della Cgil in Trentino, alcuni iscritti alla Cgil avevano lanciato delle uova verso il segretario provinciale che stava tenendo un comizio. Poi, il 5 giugno, sempre a Trento, all’arrivo al Festival dell’Economia della segretaria Camusso, alcuni militanti della Filt avevano esposto fuori dal Castello del Buonconsiglio uno striscione lungo una decina di metri con la frase «Susanna, non ti abbiamo chiesto di fare sesso, ma di rifare il congresso. Filt Trentino».
Striscione giudicato «indecente» dalla Cgil del Trentino e anche da Giorgio Cremaschi, leader della sinistra Cgil alla quale appartengono i contestatori.

Cremaschi spiega che a scatenare le proteste è stato il mancato accoglimento di una richiesta di un congresso. Le frasi incriminate sono «sessiste e inaccettabili» - precisa l’esponente Fiom - ma non tutti gli espulsi sarebbero coinvolti. «Mi risulta che alcuni non c’entrino niente».
AnS

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