E Damiano liscia i sindacati: sì all’aumento delle «minime»

Il titolare del Lavoro promette un bonus di 300 euro per 3 milioni di pensionati

da Roma

Il governo ha giocato il jolly delle pensioni basse per riaprire il confronto sullo scalone con i sindacati su basi più distese. «Stiamo perfezionando il lavoro - ha detto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano - e la platea si individuerà alla fine del percorso, ma pensiamo che si possa girare attorno ai tre milioni (di pensionati; ndr) e il criterio sarà quello di un mix tra pensioni contributive ed assistenza».
È più che giustificato l’ottimismo di Damiano sui «passi in avanti» compiuti nel corso della trattativa svoltasi ieri al ministero con nuova convocazione delle controparti fissata per oggi. La piattaforma del sindacato dovrebbe essere quasi completamente accolta.
In primo luogo, il numero degli interessati è stato abbassato dai 3,8 milioni inizialmente previsto a 3 milioni. In questo modo saranno accontentati soprattutto coloro che percepiscono pensioni contributive basse (l’intervallo dovrebbe essere compreso tra i 450 e 650 euro) e alcune categorie svantaggiate. Nell’ottica di Cgil, Cisl e Uil, infatti, questa tornata di aumenti dovrebbe interessare coloro che hanno versato contributi ma percepiscono assegni bassi, in quanto l’importo delle pensioni sociali (quelle di vecchiaia, ndr) è già stato aumentato dal governo Berlusconi.
In secondo luogo, i 900 milioni stanziati dal decreto «tesoretto» per il 2007 dovrebbero così determinare un bonus di 300 euro a pensionato. A questi si aggiungeranno gli 1,3 miliardi già stanziati per il 2008. Cgil, Cisl e Uil incasseranno così una sostanziale vittoria sull’aumento delle pensioni basse.
Ci sono ancora alcune limature da apportare alla proposta del ministro Damiano, ma il più è fatto. «L’impianto che ci hanno esposto può consentire al confronto di procedere e si tratta di superare le difficoltà», ha dichiarato il segretario generale aggiunto della Cisl, Pier Paolo Baretta. «Le posizioni si stanno avvicinando - ha aggiunto il segretario generale della Spi-Cgil, Betty Leone - ma abbiamo bisogno di altre rassicurazioni sulla platea». Meno entusiaste le reazioni della Uil. Se al segretario generale Luigi Angeletti sta a cuore l’una tantum da 300 euro, il segretario confederale Antonio Foccillo avrebbe preferito «una perequazione al 100% su tutte le pensioni».
Alla fine l’accordo si dovrebbe comunque raggiungere al di là delle posizioni particolari. La tesi di Damiano si basa sulla maggiore disponibilità al confronto sullo scalone di un sindacato già soddisfatto appieno sulle pensioni basse. Poi, ovviamente, toccherà a Prodi formalizzare una proposta, magari aggiungendo agli scalini e alle quote una serie di incentivi per convincere i dipendenti a restare al lavoro. La proposta accontenterebbe Cisl e Uil, molto meno la Cgil.

Poi si tratterà di valutare le compatibilità economiche: i sindacati sono convinti che con la SuperInps e con l’aumento dello 0,3% dei contributi dei lavoratori dipendenti le risorse ci siano già. Padoa-Schioppa è di altro avviso. Ma come ha detto il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, questa «è l’ultima occasione per il governo».

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