E il fantasma di Jacko va in onda sulla Cnn

Il network americano trasmette un video in cui si vede un'ombra aggirarsi per Neverland. E' l'ultimo tassello che mancava per confezionare un mito con un destino già scritto: l'immortalità. Da vendere a milioni di fan

E il fantasma di Jacko 
va in onda sulla Cnn

Ci mancava pure il fantasma di Jacko. Non bastava lui, morto, svanito, oggi celebrato con il funerale, prima in forma privata, poi davanti a spalti gremiti nel cimitero delle star, il Forest Lawn sulle colline di Hollywood, dove, tra gli altri, riposano, almeno loro sicuramente, Stan Laurel, Buster Keaton, Walt Disney. Ma non bastava, dicevo, ci voleva un altro colpo di scena, un altro fuoco pirotecnico da sparare sul palcoscenico. Ecco l’ultima della Cnn: Larry King, due bretelle vestite da giornalista, dà la linea all’inviato a Neverland, il luna park personale del Nostro, il parco dei divertimenti e dei debiti dello stesso.

Il cronista visita la casa del caro estinto, si sofferma dinanzi a una porta aperta, mostra un lungo, stretto corridoio, sembrerebbe roba da due locali più cucina; in fondo si apre una sala. Improvvisamente si vede transitare una figura, vuota, ha il profilo di Jacko, è Jacko, insomma è il fantasma, attraversa il tinello e scompare. È lui, non può essere che lui. Già era apparso alle spalle di Anderson Cooper, conduttore di un tiggì, sempre della Cnn, il viso di Michael Jackson era appena visibile ma lo scettico di turno aveva spento le luci e richiamato tutti all’ordine, non è possibile, guardate meglio, pulitevi gli occhiali, quella è l’ombra di riflesso del cameraman. Ma costui, il tecnico della telecamera, non ha affatto le sembianze del Fenomeno, è proprio di un altro tipo, dunque trattavasi, anche in quel caso, dell’apparizione, di un fantasma. Del Fantasma. Se fossimo a Napoli dovremmo giocarci il 70, alla smorfia, figura evanescente e vuota. Comunque non escluderei il tentativo. Ma trattandosi di lingua e mondo angloamericani ecco che al posto del gioco del lotto spuntano i bookmaker, roba raffinata anche se della medesima cilindrata.

Dunque si accettano scommesse su Michael Jackson dead or alive, non dovete pensare al classico manifesto da film western, inchiodato alla porta del saloon. Il quesito è vero, Jackson è ancora vivo o è veramente morto? La quota è interessante assai: 1 a 1.000, se spunta fuori che il dna del defunto non è quello di Jacko allora saranno dolori per le agenzie degli scommettitori che, appunto, pagheranno mille volte le puntate. Del resto già nei mesi scorsi erano aperti i giochi sull’effettiva presenza di Jackson al concerto di Londra, la quota allora era di 6 a 1, sei volte la puntata se il concerto fosse saltato. Dalla scorsa settimana c’è qualcuno che si è messo in coda per riscuotere la somma.

Si potrebbe dire, senza essere macabri, che costoro sono i soli ad avere goduto per la scomparsa del fenomeno. Ma adesso? Come la mettiamo con il fantasma? Roba da thriller che per Jackson significa business, la riedizione del suo pezzo storico, il più venduto nei secoli, lo zombie fatto ballerino, con tutti gli annessi e connessi. Si ripete la storia dei miti che non muoiono, di Presley che vive e canta, di Jim Morrison che se la spassa sulle isole dei Caraibi, di altri mostri sacri che sghignazzano al solo pensiero che turbe di fanatici piangono ancora la loro morte. In verità Michael Jackson è effettivamente defunto, ne è stata accertata la morte, i medici hanno verificato che il cuore e il corpo appartengono, appartenevano al cantante anche se i reperti filmati degli ultimi giorni mostrano immagini contraddittorie, le testimonianze si smentiscono una con l’altra, le prove del concerto mostrano un artista in gran forma.

Il resto è folklore, il resto è la favola di cui si abbisogna per continuare a sognare, ascoltando una musica, leggendo una poesia, guardando la luna, la cui contemplazione occupa solitamente le ore libere degli sfaccendati innamorati. Oggi, comunque, Michael Jackson verrà sepolto. Non è detto che, poi, riposi in pace.

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