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E in Finanziaria salta il taglio alle comunità montane

Ridimensionata la sforbiciata agli enti. Stralciata la riduzione dei consiglieri comunali

E in Finanziaria salta il taglio alle comunità montane

Roma - Tagli ai costi della politica sempre più difficili. Le tensioni nel governo e in Parlamento sulla riduzione delle comunità montane, sulla sforbiciata ai consiglieri comunali e sull’accorpamento dei ministeri, sono sfociate in tre decisioni ufficiali. Il relatore alla Finanziaria al Senato Giovanni Legnini ha confermato che la proposta di ridurre il numero dei consiglieri verrà stralciata dalla manovra. Quella che doveva essere la principale risposta all’ondata di antipolitica, finirà nel codice delle autonomie locali, attualmente all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato. In un provvedimento dai tempi più lunghi, quindi, e non blindato come la Finanziaria.

Sorte compromessa anche per il giro di vite sulle comunità montane, almeno nella formulazione che era stata scelta dal governo. Al posto delle norme dei ministri Linda Lanzillotta e Giulio Santagata (nella foto), il relatore ha proposto un emendamento meno drastico, giudicato «un passo in avanti» anche dall’Uncem, l’unione delle comunità montane guidata da Enrico Borghi che il 24 scenderà in piazza contro il progetto di riduzione.

L’emendamento prevede che le comunità montane siano sostituite da «unioni di comuni». In totale dovrebbero diminuire di circa 80 unità, contro le 105 previste dal governo. Vengono poi esclusi i comuni sopra i 15mila abitanti (nel testo originale la quota era di 40mila) e quelli costieri. I risparmi, ha assicurato il relatore, sono gli stessi del testo Lanzillotta, quindi circa 55 milioni di euro. In realtà la questione dei risparmi è totalmente aperta. Il servizio bilancio del Senato ha messo in dubbio le previsioni del governo anche perché personale e funzioni dovranno essere trasferiti altrove.
Quello che è certo è che da qualche parte i risparmi sui costi della politica dovranno rispuntare. Anche perché ieri il ministro della Sanità Livia Turco ha legato a questi l’abolizione dei ticket su visite e diagnostica.
Tempi duri anche per il progetto di tagliare il numero dei ministeri. Il progetto era finito in un emendamento di alcuni esponenti di maggioranza, tra cui Bordon e Manzione. Ma non è stato giudicato ammissibile dal presidente della commissione Bilancio Enrico Morando.

Se ne riparlerà a manovra approvata.

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