E le "first lady" non rinunciano al vestito griffato

E le "first lady" non rinunciano al vestito griffato

Milano - Ma quale sobrietà? Nel giorno in cui scatta il rincaro della benzina, in cui mezza Italia si mette a fare i conti sul proprio misero futuro pensionistico, ci si sarebbe aspettati un po’ di austerity da parte delle signore del governo. L’avremmo gradita. Ma loro, compagne della casta, alla loro prima passerella da first lady alla Scala, hanno peccato di vanità anziché presentarsi sobrie e meste. Eleganti, questo sì. A cominciare da Clio Napolitano, avvolta da un vestito di Lella Curiel in pizzo cipria con fiori applicati. Hanno scelto Armani Elsa Monti, moglie del premier, e la compagna del sindaco di Milano Pisapia, Cinzia Sasso, che ha sfoggiato un prezioso bracciale («Me l’hanno prestato»). L’unica veramente sobria è stata il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri: «È un momento per il Paese in cui dobbiamo essere rispettosi e attenti». Giovanna Salza, moglie del ministro Corrado Passera, per mitigare una gravidanza al settimo mese, indossa un abito di Fausto Sarli, a spicchi nelle nuances del blu e del turchese.

Per il resto è andata in scena la solita passerella di sfarzi. «Sobrietà? Ma siamo alla Scala, nelle capitale della moda» si ribella Valeria Marini, fasciata da un abito bluette di sua creazione con borsa di Braccialini a forma di lanterna. L’attrice Sabina Negri si presenta con un appariscente chador-sposa bianco dello stilista turco Erkan Coruh. Marta Brivio Sforza, in lince e abito di Luisa Beccaria, lo dice apertamente: «Bisogna essere all’altezza, mica siamo a un funerale». Caterina Balivo indossa un abito lungo di pizzo Dior, molto poco all’insegna dell’austerity: «Ci mancherebbe altro» commenta la presentatrice tv. E poi sfilano stole di pelliccia, visoni lunghi fino ai piedi, gioielli e parure che sono uno schiaffo alla sobrietà. Ma lo sfoggio, a parole, non va più di moda. E allora eccole tutte le invitate a precisare: «Questa collana me l’ha prestata mia madre». «Questo visone, guardi, è vecchio come me». «Sì, ho addosso un Armani, la l’avevo nell’armadio da chissà quanto». Tantissime le scelte vintage, vistose, è vero, ma «riciclate» e quindi rispettose dei tempi di recessione: dalla mantiglia di Livia Pomodoro alla giacca Mugler di Claudia Buccellati, dal Lancetti di Mercedes Catania al Romeo Gigli di Maddalena Boeri, moglie dell’assessore alla cultura di Milano, dalla giacca ricamata di Inge Feltrinelli alla cappa «di 30 anni fa» di Gae Aulenti. A ravvivare la serata, l’arrivo scintillante di Marta Marzotto, in paillettes argentate di Roberto Cavalli, con borsa tricolore «in omaggio all’unità d’Italia».

Molte signore scelgono un look maschile: da Cinzia Sasso a Evelina Christillin, moglie del presidente delle Generali Gabriele Galateri di Genola, orgogliosa di sfoggiare un Armani da uomo («sono venuta a piedi»).

Smoking bianco e nero per il direttore generale della Rai, Lorenza Lei. E poi la coppia più attesa: Barbara Berlusconi e Pato. Lui acclamatissimo nel foyer, lei avvolta da un abito celeste e da una stola di visione grigio.

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