E il francese Depardieu brinderà italiano

La vigilia del Vinitaly, da 18 anni in qua, è scandita dai risultati del concorso enologico internazionale. Tutti cercano gloria e quest’anno l’hanno trovata in pochi visto che le medaglie sono state 71 contro le 113 dello scorso anno, 71 su ben 3.646 vini in degustazione, un centinaio in più, da 27 nazioni diverse. Il riconoscimento più prestigioso, il Gran Vinitaly 2010, è tornato in Italia grazie alla cantina Gianni Zonin Vineyards di Gambellara in provincia di Vicenza.
Questo Vinitaly occuperà qualcosa come 92.000 metri quadrati netti di esposizione in 12 diversi padiglioni più il secondo piano del Palaexpo. Gli espositori supereranno i 4.200 e arrivano da Oceania, America, Europa e Africa, mentre i giornalisti accreditato saranno più o meno 2400. Si tratta di un continuo succedersi di immagini colorate e profumate. Non c’è persona che non sbuffi pensando allo stress da visite e assaggi, ma non si può prescindere da Verona. È caccia alla novità e al personaggio. Piero Bertinotti, titolare del Pinocchio a Borgomanero (Novara), nessuna parentela con il leader politico, venerdì cucinerà per il presidente Napolitano mentre domani farà altrettanto per il ministro Zaia Emanuele Scarello degli Amici di Udine.
E mentre il Friuli-Venezia Giulia si affida all’attore pantagruelico Gerard Depardieu, che sabato non si risparmierà certo visto che condurrà anche una degustazione, il marchese Piero Antinori, accompagnato dalle sue tre figlie, Albiera, Allegra e Alessia, nonché da Renzo Cotarella, agronomo e ad dell’azienda, celebrerà il mito di un suo vino, il Solaia con sei annate d’eccezione come 1978/88/94/97/04/07, un millesimo quest’ultimo che va ancora scoperto. Il piemontese Michele Chiarlo presenterà «I vini più amati delle mie 50 vendemmie», mentre la rivista Civiltà del Bere introdurrà «Le blu chips del vino italiano» e lo Slow Food presenterà la sua nuova guida al vino dopo il divorzio dal gambero Rosso. Salvo Foti parlerà di Sicilia, il veneto Bisol di Prosecco con tanto di libro anti-Champagne e il suo corregionale Roberto Castagner di una grappa non-grappa perché ha una gradazione dimezzata di 21°. «L’ho pensata per aprire al prodotto nuovi consumi». Curiosamente, stesso ramo, la Bonaventura Maschio punta (anche) su un amaro da sette diverse piante officinali.

La nota più singolare, anche se è un vecchio trucco da marpioni, arriva dalle coste toscane: Luciano Zazzeri, della Pineta di Bibbona, ha lanciato il bottle sharing, la condivisione di una stessa bottiglia tra più tavoli.

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