E la Francia gela i turchi: «Solo partner privilegiati»

Sarkozy esordisce oggi a Bruxelles con uno stop all’ingresso del Paese euroasiatico nella Ue

da Parigi

Caffè turco (amaro) stasera a Bruxelles, dove Nicolas Sarkozy si reca per la prima volta in veste di presidente francese a incontrare il capo della Commissione europea, José Manuel Barroso, che lo tratterrà a cena per discutere tra l’altro del problema del negoziato con Ankara in vista dell’ulteriore allargamento dell’Unione. Sarkozy è notoriamente contrarissimo a questa ipotesi sia perché ogni allargamento dello spazio comunitario sarebbe in questo momento malvisto dall’opinione pubblica francese sia perché, a suo avviso, la Turchia «non fa parte dell’Europa».
Sarkozy sarà accompagnato a Bruxelles dal ministro degli Esteri Bernard Kouchner e dal titolare degli Affari europei, il viceministro Jean-Pierre Jouyet, personaggi noti per il loro impegno europeista. Questa missione è attesissima da tutti coloro che vogliono vedere alla prova l’inedito terzetto della politica estera francese, in cui il potere principale è ovviamente nelle mani di Sarkozy. Sulla «questione turca» il ministro degli Esteri sta dunque adeguandosi alla linea decisa dall’Eliseo e ampiamente proclamata nel corso della recente campagna elettorale: di Turchia nell’Ue non c’è neanche da discutere, mentre gli sforzi devono essere moltiplicati in vista della firma di un trattato di «partnership privilegiata» tra Ankara e i Ventisette.
Proprio di un eventuale trattato di «partnership privilegiata» ha parlato ieri Jean-Pierre Jouyet, affermando che i francesi - eleggendo Sarkozy alla massima carica dello Stato - hanno oggettivamente approvato anche la sua linea in materia d’avvenire dell’Europa, che era stata esplicitata nel corso della campagna elettorale. Secondo il viceministro «la questione della partnership privilegiata tra Unione europea e Turchia» dovrebbe essere d’ora in poi centrale nel dibattito tra le parti.
L’accenno va all’attuale (difficilissimo) negoziato per l’adesione di Ankara all’Unione, che potrebbe essere rilanciato a fine giugno o che potrebbe completamente arenarsi. La Francia non crede in quella trattativa e si prepara a fare di tutto per spostare l’attenzione di tutti dall’idea dell’ingresso a pieno titolo di Ankara nella Ue a quella di un compromesso limitato ai settori economici e commerciali. Nascerebbe così una sorta di mercato integrato, ma nulla più.
Jean-Pierre Jouyet ha anche smentito l’esistenza di tensioni in seno al governo francese a proposito del problema turco.

«Io - ha detto Jouyet, che fu in passato uno stretto collaboratore di Jacques Delors - mi trovo perfettamente a mio agio nel collaborare con Nicolas Sarkozy a proposito della posizione da assumere di fronte all’avvenire delle relazioni con Ankara». Jouyet ha anche detto che l’Europa deve assolutamente definire le proprie frontiere perché il numero dei Paesi dell’Unione non può estendersi indefinitamente.

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