E il Futurismo rivoluzionò anche il modo di vestirsi Soprattutto - sorpresa! - negli armadi maschili

«Il futurismo è dirompente, energico, rivoluzionario perché punta sulla comunicazione, la provocazione, la forza di un linguaggio irruente, enfatico, efficace, sincopato e sulla contaminazione tra i linguaggi. È la prima avanguardia storica che intuisce il potenziale creativo della moda, sconvolgendo non tanto la moda femminile quanto quella maschile, anticipando, già nel 1915, la liberazione dell’uomo dalla tradizionale uniforme borghese». Il rapporto tra moda e Futurismo, declinato in tutte le sue più accattivanti, fascinose e sorprendenti sfaccettature, è stato il tema della conferenza che Jacqueline Ceresoli, docente universitario, critico d’arte, collaboratore del «Giornale», ha tenuto ieri sera alla Sala Garzanti di via Spiga 30, presso l’associazione «Amici di via della Spiga».

È stato un incontro intrigante nella sua peculiarità, che ha consentito una profonda e coinvolgente riflessione su una «rivoluzione» meno nota ai più, ma di indubbio fascino di altrettanta dirompente provocazione: la moda futurista, appunto.

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