da Roma
Si riaccende lo scontro al «calor bianco» fra autonomie locali e governo sulla Finanziaria. I sindaci sono delusi dagli emendamenti che riguardano gli enti locali, presentati dal sottosegretario allEconomia Nicola Sartor. «Gli emendamenti - dice una nota dellAnci - non corrispondono alle aspettative dei Comuni, anche alla luce dellintesa del 10 ottobre scorso». Ancora più duro il commento del presidente dellUpi (lUnione delle province italiane) Fabio Melilli: «Pensavamo che la stagione della finanza creativa fosse alle spalle, invece, fra errori e artifici contabili, il governo propone modifiche al patto di stabilità interno che peggiorano i conti delle province. Il governo - aggiunge Melilli - sera impegnato a alleggerire di 100 milioni di euro il peso della manovra per le province: lemendamento presentato da Sartor non rispetta tale impegno».
Ma anche lo «sconto» promesso ai Comuni pare, nei fatti, inferiore agli impegni presi. La manovra «nominale» a carico dei Comuni scende da 2,878 miliardi di euro a 2 miliardi, con uno sconto di 876 milioni; ma il vantaggio è neutralizzato, in misura diversa a seconda dei Comuni, dal taglio dei trasferimenti erariali previsto dal decreto fiscale in corso di conversione al Senato, per 610 milioni di euro complessivi. Non solo. LAnci rivela che lemendamento governativo postula un taglio ulteriore di 266 milioni di euro relativi a cofinanziamenti europei e alla legge obiettivo: si tratta di spesa che, non essendo poste a carico del bilancio dello Stato, vengono addossate ai Comuni. Dal punto di vista delle entrate, gli enti locali potranno contare su entrate aggiuntive per 1,11 miliardi di euro divisi in 500 milioni dalladdizionale Irpef (per i Comuni che vorranno aumentarla), e 610 milioni di euro dalla revisione della base imponibile Ici. Si conferma così, incidentalmente, che aumenteranno le imposte locali sulla casa.
«Se il governo pensa di prenderci per i fondelli, ha sbagliato indirizzo - afferma il sindaco di Lecce, e vicepresidente dellAnci, Adriana Poli Bortone - lo pseudo-accordo del 10 ottobre non ha avuto esito, e i Comuni potrebbero chiudere i battenti già nel maggio 2007, quando non potranno più pagare opere già finanziate e cantierizzate.
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