E i Disobbedienti annunciano guerra totale contro il «Cileno»

Stefano Filippi

nostro inviato a Bologna

Tiziano Loreti, segretario bolognese di Rifondazione, gira tranquillo in motorino con il collare ortopedico. Un ricordo dei tafferugli di dieci giorni fa, un monito per Sergio Cofferati: restano le manganellate della polizia chiamata dal sindaco cinese-cileno, resta anche la lacerazione politica. «Inaccettabile», bocciatura piena per il tanto atteso documento sulla legalità che l'ex leader della Cgil ha presentato ieri. La spaccatura nella maggioranza di centrosinistra è netta, anche se il voto del consiglio comunale arriverà soltanto tra due settimane durante le quali si tenterà la difficile mediazione su questo tormentato testo, annunciato a giugno e preceduto dalla crociata contro i lavavetri e dall'abbattimento di qualche baracca abusiva.
L'Unione a Bologna è sfaldata. Rifondazione giudica il testo «palesemente ambiguo, privo di soluzioni», teso a «coprire gli sgomberi delle ultime settimane»; i verdi non lo commentano neppure, perché hanno deciso di non partecipare alla discussione. Ma la giunta Cofferati rimane in piedi, nessuno rompe e il sindaco gigioneggia tra il finto Vespa di «Striscia la notizia» e un Dottor Balanzone, il «dottore della legalità», che il centrodestra conduce nei corridoi del municipio. È un pomeriggio di sarabanda a Palazzo d'Accursio: alle 15.30 conferenza stampa del primo cittadino mentre si riunisce il consiglio comunale, alle 18.30 chiassosa manifestazione di studenti nel cortile del municipio e alle 21 assemblea autoconvocata della sinistra radicale in Cappella Farnese.
Le tre paginette «law and order» di Cofferati non contengono affermazioni dirompenti. A parte le critiche al governo sulle «difficoltà finanziarie generate dalle inefficaci e inique politiche economiche e di bilancio» e sulla «negativa e incoerente legge Bossi-Fini», le sentenze del sindaco sembrano perfino banali nella loro genericità. «L'illegalità, qualunque sia la ragione che la determina, non può trovare giustificazione». «Il bisogno abitativo e la regolarità dei rapporti di locazione vanno risolti con strumenti efficaci nel rispetto delle proprietà pubbliche e private come in quello dei diritti degli utenti».
Cofferati stesso li chiama «elementari principi indispensabili» nell'azione della giunta e della maggioranza. Ma Rifondazione si oppone. «Nessuna risposta positiva ai problemi posti in questi mesi - si legge in una nota siglata dal segretario Loreti e dal capogruppo Sconciaforni ma non dall'assessore Zamboni -. È impossibile per noi accettare l'idea di mettere sullo stesso piano situazioni di disagio e sofferenza sociale con comportamenti di carattere criminale». Tuttavia resta aperta la possibilità del dialogo: «Proponiamo al sindaco un altro percorso programmatico che coinvolga pienamente tutti i soggetti politici, sociali e sindacali della città: diritto alla casa per tutti, fabbriche in crisi, politiche di accoglienza e inclusione per i migranti, spazi di aggregazione, potenziamento dei servizi sociali», conclude il controdocumento. Il sindaco fa la faccia dura ma non chiude la porta, anzi. Prima degli scontri il suo documento aveva la forma di un ordine del giorno che la giunta doveva prendere o lasciare, poi è stato trasformato in un testo «emendabile» che gli assessori si sarebbero limitati a valutare perché il voto era rinviato al consiglio comunale nella prima riunione utile. Ieri Cofferati ha ulteriormente ritoccato l'iter: quella presentata ieri è una semplice bozza, martedì prossimo la giunta varerà un nuovo documento che il lunedì successivo il consiglio potrà ancora correggere e infine votare. Modifiche, rinvii, mediazioni: chissà che fine farà il Cofferati-pensiero su «legalità e solidarietà per lo sviluppo economico, la coesione e la giustizia sociale». Nemmeno il sindaco se la sente di fare previsioni: «Il mio giudizio lo dirò alla fine, e comunque sarò io a decidere la congruità degli emendamenti presentati.

Il no di Rifondazione? Ognuno può fare le considerazioni che vuole». L'opposizione di centrodestra, che in consiglio comunale ha parlato di «fiera dell'aria fritta» e «bufala mediatica», ha chiesto le dimissioni di Cofferati.

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