E i surgelati festeggiano il compleanno numero 40

Solo nel nostro Paese vengono venduti al ritmo di 767 tonnellate all’anno. Al Nord il primato dei consumi

Pamela Dell’Orto

C’era una volta la massaia. Da brava donna di casa e ottima madre di famiglia, passava le sue giornate in cucina. A impastare tagliatelle e pane fresco. A metter sotto sale melanzane. A marinare alici. A preparare ripieni per l’arrosto. Oggi la massaia (specie in via d’estinzione) ha lasciato il posto alla mamma, alla moglie e alla single in carriera. Che, da brave donne di casa (anche loro, per forza di cose), dividono la giornata fra scrivania e fornelli. Con qualche trucco, perché oggi in padella si mettono sempre più spesso i surgelati.
Proprio in questi giorni il surgelato compie quarant’anni, anche se le tecniche moderne di surgelamento dei cibi risalgono agli anni Cinquanta e si devono a un biologo e industriale di New York, Birdseye Clarence. Quarant’anni in aiuto delle famiglie italiane (non solo delle donne, anche degli uomini, soprattutto se single). Ma se agli esordi lo si acquistava per evitare di andare ogni giorno dal macellaio o in pescheria, oggi ha preso il posto dei primi e dei secondi più elaborati. Già. Quelli che una volta le massaie preparavano con amore. Un settore che non conosce crisi, quello degli alimenti congelati. Anzi. In uno scenario di preoccupante calo dei consumi, il surgelato ha sempre più successo (767 tonnellate vendute solo lo scorso anno: il 3 per cento in più rispetto al 2003, il 7 se si parla di introiti).
In realtà il surgelato la sua «scalata» nelle cucine italiane la sta facendo da vent’anni. Prima grazie alle «materie prime» come carne e pesce, poi grazie a primi piatti sempre più raffinati. E ora anche grazie ai secondi (in crescita nell’ultimo anno del 9 per cento). Ma l’inarrestabile successo del surgelato è dovuto anche al fatto che in questi quarant’anni non si è mai «congelato», anzi ha saputo sempre stare al passo coi tempi. Sì, perché nei freezer non si trovano più solo i piatti tipici regionali, ma anche quelli etnici, oggi di gran moda. Fondamentale anche qualità degli ingredienti, garantita dall’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (e del codice di autodisciplina che ha imposto alle aziende associate). Prova ne è che lo scorso anno quasi 6 milioni di famiglie in tutta Italia hanno comprato surgelati.

Che abitino nelle regioni del Nord Ovest (il 34 per cento), del Nord Est (il 22), o in quelle del Centro e in Sardegna (il 25). Discorso a parte per il Meridione, dove anche se la tradizione è più dura a morire, alla «moda» del surgelato ha già ceduto il 18 per cento delle famiglie.

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