E i vip disertano la cerimonia inaugurale

Venezia Dapprima una minaccia: «Volevo sfogliare tutta la mia libreria per trovare le parole giuste per questa serata». Poi Vittoria Puccini, elegantissima madrina della cerimonia inaugurale di Venezia 68 nella Sala Grande rinnovata, ha fortunatamente aggiunto: «Ma ho capito subito che non era la strada giusta». E ha citato solo Ennio Flaiano, il prezzemolino - suo malgrado - d’ogni occasione: «Il cinema è l’unica forma d’arte in cui le opere si muovono e gli spettatori restano fermi». Stretta in un lungo abito color crema tempestato da migliaia di luccicanti brillantini, i lunghi capelli raccolti, l’attrice di origini fiorentine ha poi raccontato un aneddoto: «Quand’ero più piccola, durante la proiezione del Silenzio degli innocenti per la paura una signora mi ha stretto il braccio e io istintivamente ho fatto lo stesso. Ecco, in un’epoca individualista ed edonista, come aveva profetizzato Pasolini, grazie al cinema possiamo stringere la mano al vicino, dimostrando apertura e tolleranza verso gli sconosciuti. Questo è quello che penso e sento».
Al di là delle parole, almeno stavolta la madrina del festival non ne ha sbagliata una anche se il discorso era imparato a memoria e ripetuto a pappagallo (come i tre che spuntavano dal solito cappellino eccentrico di Marina Ripa di Meana in platea). A proposito di vip, pochi i volti da segnalare (Valeria Marini, Carlo Rossella, il principe Giovannelli...) ma certo la parte del leone l’ha fatta George Clooney (accompagnato come previsto dall'ex modella Cindy Crawford sposata con un suo amico) e il cast all star del suo Le idi di marzo che ha catalizzato per lunghi interminabili minuti il red carpet, con l’attore e regista statunitense intento diligentemente a firmare quanti più autografi possibili. Ad accoglierlo sulla passerella tutta la Rai schierata con il presidente Paolo Garimberti e con Paolo Del Brocco amministratore delegato di Rai Cinema che distribuirà il film a gennaio. Dopo i vari baci e abbracci di Clooney con il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore della Mostra Marco Müller si è passati ai saluti verso l’unica presenza istituzionale in sala: il ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan (i presidenti delle Camere hanno inviato un messaggio di auguri).


Poi Müller ha presentato l’eterogenea giuria del concorso in cui spiccava il musicista David Byrne in eccentrico abito verde e il suo presidente, il regista Darren Aronofsky, che ha pronunciato un inedito discorso guardando Clooney in galleria: «L’anno scorso quando ho presentato il mio film Il cigno nero ero seduto al posto tuo e accanto a me c’era il presidente della Repubblica. Mi sono fatto la pipì addosso. Per fortuna la sala è stata rinnovata». Qualche risata e un po’ d’imbarazzo e la Mostra numero 68 è stata dichiarata «ufficialmente aperta».

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