nostro inviato a Milanello
Dicono che per sfondare in serie A, basterebbe avere metà della sua determinazione, della sua grinta e del suo entusiasmo. Dopo 306 reti in carriera, Filippo Inzaghi non ha più bisogno di presentazioni: nome e cognome bastano e avanzano per descriverne il campione. Che, a quasi 36 anni, non ha ancora perso la voglia di gol, la stessa di quando nel 92 segnava le prime reti da professionista con la maglia del Leffe. «Sto bene - attacca SuperPippo, dopo un paio di giorni di ritiro a Milanello -, sono state delle vacanze rigeneranti e siamo partiti con il piede giusto».
«Orfano» di Ancelotti, Kakà e Maldini, in tanti vedono il Milan prepararsi ad una stagione di transizione dove - parola di Galliani - gli obiettivi principali saranno andare il più avanti possibile in Champions e i primi tre posti in campionato. Ma per Inzaghi non è così. «Non partiamo battuti» il suo grido di battaglia, prima di rivolgere una sorta di appello al tifo rossonero: «Aspettino la conclusione della campagna acquisti e i primi mesi di campionato prima di tirare delle conclusioni: loro sanno già che questo gruppo è pronto a dare il massimo come ha sempre fatto». Una sicurezza che è anche la garanzia di come il gruppo rossonero abbia già assimilato la partenza di Kakà e Ancelotti e - attorno al neotecnico Leonardo - ha già gettato le fondamenta della prossima stagione. «Ci stiamo allenando molto con il pallone - racconta Inzaghi - e Leonardo, che è entrato in punta di piedi, è un uomo stimato da tutti a Milanello, ci sta dando grandi stimoli e ha portato una ventata di entusiasmo nello spogliatoio».
«Con il suo entusiasmo, la sua fiducia nel gruppo e nelle proprie idee, Leonardo potrà risvegliare qualcosa in questa squadra che ha grandi campioni», la promessa finale dellattaccante rossonero che prescrive ai compagni la medicina per poter «guarire» il prima possibile dalla partenza di Kakà: «Ritengo che Ricky - spiega Inzaghi - fosse insieme a Pirlo uno dei due giocatori insostituibili del Milan: la società è stata obbligata a cederlo e per rimediare noi dovremo dare tutti qualcosa in più». Parli di Pirlo e pensi inevitabilmente al Chelsea: «Gli scrivo tutti i giorni di restare - laneddoto di Inzaghi - e credo che sia anche la sua intenzione». Quanto a un possibile arrivo di Luis Fabiano, Inzaghi è tranquillo: «Se avessi 28 anni la società non cercherebbe una prima punta, ma io ne ho 36 quindi... E i campioni sono sempre ben accetti in questo gruppo».
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