E gli islamici si mobilitano contro la visita

Marta Ottaviani

da Istanbul

Un milione di persone in piazza contro il Papa. Un’eventualità che fino alla settimana scorsa sarebbe apparsa impossibile a chi camminava per le strade di Istanbul e che da ieri, invece, sembra sempre più reale. Il Saadet Partisi, il Partito islamico della felicità, che organizza la manifestazione sta reclutando gente da ogni parte del Paese per sfilare gridando: «Papa non venire in Turchia». Per capire che questa volta è diverso, che probabilmente non si tratta delle solite accozzaglie di fanatici di fronte alle moschee di Fatih e Beyazit, basta guardare le cifre.
Un milione e mezzo di opuscoli intitolati «No all’alleanza dei crociati: Papa non venire» distribuiti ieri, giornata di preghiera, in tutta l’area metropolitana di Istanbul, che conta circa 18 milioni di abitanti. A questi vanno aggiunti i sostenitori delle oltre 60 associazioni non governative, tra cui anche alcuni sindacati, che hanno raccolto l’invito del Saadet Partisi. C’è la mobilitazione informatica, con migliaia di caselle di posta raggiunte da inviti con la formula «partecipa e fai partecipare». E, non da ultimo, la campagna fatta con il giornale del Partito e con spot trasmessi su alcune radio e tv particolarmente vicine agli ambienti religiosi. Il corteo sarà anche trasmesso in diretta da Kanal 7, emittente che molti reputano la voce ufficiale del Saadet Partisi. Un’organizzazione che sta tenendo in grande conto anche l’aspetto mediatico, forse perché fra un anno si vota per le elezioni parlamentari. Ieri mattina Bekir Demirkaya, vicepresidente dal partito fondato dal leader storico dell’Islam politico turco Necemettin Erbakan, ha tenuto una conferenza stampa nel giardino della moschea di Sultanahmet, spiegando le motivazioni che hanno spinto a organizzare la manifestazione, mentre alcuni militanti distribuivano opuscoli e volantini del corteo di domenica prossima sotto gli occhi curiosi dei turisti.
Il discorso, scaricabile anche dal sito del partito, recita: «Chiediamo a ogni musulmano che vive in pace, rispettando l’Islam e il Profeta di prendere parte alla nostra protesta contro la visita del Papa in Turchia. Domenica saremo un milione a dire al Papa di cancellare la visita». Demirkaya ha concluso dicendo che dal 1453 Istanbul non è più Costantinopoli, dando implicitamente a Papa Benedetto XVI del «conquistatore», come già aveva fatto all’inizio della settimana il quotidiano fondamentalista Vakit.
In una Istanbul che fino a due giorni fa viveva la sua normale quotidianità come se nulla fosse, il clima inizia a essere meno sereno. Soprattutto per le forze dell’ordine.

La manifestazione inizierà domani alle 12 a Çaglayan, nel distretto di Kagithane. Ma già a partire dalle 10, le maggiori arterie di comunicazione verranno chiuse al traffico, in modo da creare una vera e propria «zona rossa».

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