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E Istanbul perde la diffidenza. Un giornale titola: "Benvenuto"

da Istanbul

«Hos Geldiniz», benvenuto. Basterebbe il solo titolo del quotidiano “Sabah” di ieri per descrivere come Istanbul si prepari ad accogliere il Papa. Mai come oggi la megalopoli sul Bosforo svolgerà quel ruolo di ponte fra Oriente e Occidente che l'ha resa unica nella storia dell'umanità. Il clima in città è radicalmente cambiato dalla settimana scorsa e adesso alla tensione e diffidenza si è sostituita un’atmosfera di curiosità e, sotto certi aspetti, anche di simpatia. Da giorni tutti i quotidiani hanno cambiato registro: il Papa non è più ritratto come un capo di Stato che arriva a fare politica, ma come la guida spirituale di una grande religione.

Le edizioni on line dei principali quotidiani e le breaking news delle tv hanno seguito con grande attenzione la prima giornata in Turchia di Papa Ratzinger, con commenti sempre più positivi. Il quotidiano “Milliyet” ha sottolineato che quando è sceso dall'aereo, il Pontefice ha sorriso alla Turchia. Ma chi è riuscito a sintetizzare meglio questa nuova atmosfera è stato il quotidiano “Hürriyet”, che sulla sua versione on line ha intitolato «Ad Ankara il ghiaccio si è sciolto».

Come sempre, non manca chi nega l'evidenza. In un clima di serenità e ottimismo generale “Vakit” e “Milli Gazete”, i quotidiani dell'estrema destra fondamentalista, hanno riservato parole dure al Papa. “Vakit” ha intitolato «Ospite suo malgrado», mettendo in dubbio la buona fede del Santo Padre. Ancora più irrispettoso “Milli Gazete”, che in prima pagina ha scritto: «Arriva il Papa, ci chieda scusa», con evidente riferimento al discorso di Ratisbona. Entrambi riportano la notizia che il partito islamico Saadet Partisi, lo stesso che domenica ha organizzato la manifestazione-fiasco contro il Papa, ha raccolto un milione di firme per impedire al Pontefice di entrare in Santa Sofia.

Ma, anche se lo fosse, si tratterebbe della solita manciata di fanatici, di fronte a una megalopoli di 11 milioni di abitanti che non ha cambiato di una virgola la sua quotidianità, se non per le eccezionali misure di sicurezza. I quartieri di Taksim, Kumpaki e Fener, dove si trovano rispettivamente la nunziatura apostolica, il Patriarcato armeno e quello greco-ortodosso, sono pattugliati dalla polizia e transennati. La zona intorno alla nunziatura verrà isolata per tre giorni. Sulla sicurezza del Pontefice veglieranno oltre 9.000 agenti. A questi vanno aggiunti gli uomini del Mit, il servizio segreto militare turco.

La polizia di Istanbul ha comunicato che sono state adottate le misure di sicurezza previste solo per gli eventi straordinari e ha annunciato che le principali strade, fra cui la Vatan Caddesi, saranno chiuse al traffico. Anche il Santo Padre sarà costretto ad alcune restrizioni. Sembra infatti confermata la notizia che non potrà usare la famosa "papa-mobile" per spostarsi. Provvedimenti che contrastano con l'aria che si respira a Istanbul. Ieri mattina nei bar, nelle metropolitane e sulla Taksim Meydani decine di persone stavano con lo sguardo rivolto verso i teleschermi per seguire l'arrivo di Benedetto XVI all'aeroporto di Ankara.

Sono bastati pochi minuti per capire che quell'uomo, che scendeva dall'aereo e salutava il premier Erdogan, veniva in pace.

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