E l’edicolante me lo teneva da parte

Ma davvero, caro dottor Lussana, è trascorso tanto tempo dal primo numero de «il Giornale»? Santo cielo. Come vola il tempo. Pare ieri e ricordo bene l’edicolante di piazza Villa quando mi propose l’acquisto del primo numero di quello che sarebbe diventato il mio Giornale. Si guardava attorno, timorosa, la signora dell’edicola mentre mi proponeva l’acquisto. «Se le piace - mi disse - e le interessa, glielo tengo assieme agli altri quotidiani. Perché arrivano pochissime copie». Accettai e la sera rincasando, mentre percorrevo salita San Gerolamo, diedi le prime occhiate ai titoli. Mi resi conto che si trattava di un giornale completamente diverso dai soliti e notai sin dall’inizio che le notizie erano più complete e, soprattutto, scritte in un ottimo italiano. Non tutte le edicole si rifornivano del nostro quotidiano e, spesso, quando lo si chiedeva si ottenevano risposte non ripetibili. Non ho mai pensato di correre pericoli acquistandolo e le dirò che la mia attività lavorativa mi portava, spesso, a frequentare ambienti rossi che più rossi di così non si può e, quando vedevano «il Giornale», torcendo il naso, chiedevano sarcasticamente se credessi a quanto vi era scritto. Non mi scomponevo più di tanto e rispondevo che le libertà fondamentali per le quali si era combattuto e, soprattutto vinto, non obbligavano, noi mortali, a credere ciecamente nel paradiso sovietico né tanto meno a leggere l’Unità. Smoccolavano un po’ ed iniziavano a parlare del lavoro per il quale mi avevano chiamato. Santa Polenta! Come è volato il tempo. La figliolanza è cresciuta, ha ultimato gli studi, si è formata una famiglia, mi ha regalato meravigliosi nipotini, rendendomi felice. Troviamo il Giornale in tutte le edicole (anche se spesso è nascosto all’interno). I comunisti non esistono più. Tutti spariti. Non esistono neanche i loro capi storici, vivono di nostalgie ed illusioni meditando rivoluzioni che non avranno mai inizio. I vecchi partiti sono scomparsi (peccato non siano spariti i politicanti) e qualche nostalgico ha tentato di risuscitarli (in fin dei conti un finanziamento ad un movimento non si rifiuta mai).

I nuovi partiti hanno raccolto i naufraghi di quelli scomparsi e si trovano a dover combattere dure battaglie interne (e così imparano a raccogliere zavorra...). Sono trascorsi già trentacinque anni. Eppure sembra ieri. Auguri, dottor Lussana ed auguri ai suoi collaboratori. Sono contento che esistiate. Siete in gamba e lavorate veramente bene. In alto i cuori!

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